Scade l’ultimatum Ue. L’Italia ha due giorni per trovare 3,4 miliardi
Roma – Inizia la settimana più difficile per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
Oggi arriverà a Bruxelles per la riunione dell’Ecofin e mercoledì si conoscerà il giudizio della Commissione europea sul debito pubblico italiano. Poi di nuovo in Italia a mettere insieme la manovra correttiva, cercando di mettere d’accordo le esigenze politiche, in primo luogo quelle che emergeranno dal Pd in subbuglio,con l’esigenza di trovare 3,4 miliardi di euro.
Oggi, al di la dell’ufficialità, gli incontri di Padoan saranno tutti dedicati a spiegare alla Commissione e agli altri stati europei, soprattutto la Germania, il dettaglio della correzione dello 0,2% del deficit, come richiesto dall’esecutivo europeo. La lettera ufficiale inviata da Roma non è sufficiente.
Escluso che Bruxelles sia disposta a concedere sconti rilevanti. Si era parlato di una riduzione della manovra da 500 milioni grazie alla crescita del Pil 2016 superiore alle aspettative, ma la Commissione non è disposta a concedere ricalcoli.
Il ministro vedrà sicuramente il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici e una trattativa sull’entità della manovra ci sarà. Ma al momento da Bruxelles sono disposti a concedere solo un po’ più di tempo all’Italia per preparare il dettaglio delle misure in manovra.
C’è attesa per l’appuntamento di mercoledì, con la presentazione del rapporto sul debito pubblico. Si sa già che il giudizio sull’Italia sarà negativo. Il debito pubblico è troppo alto, continua ad aumentare e non sono stati rispettati gli impegni. Nonostante Padoan rivendichi un’inversione di tendenza, il rischio che si arrivi a una procedura per debito eccessivo è alto, ma non immediato. La pubblicazione del rapporto dovrebbe restare un giudizio sul paese. Le decisioni su eventuali misure contro l’Italia arriveranno dopo.
Ad aggravare la situazione italiana l’aumento dei tassi di interesse. I rendimenti sui titoli di stato italiani sono in crescita a causa dell’instabilità dello scenario internazionale. Il rapporto dovrebbe toccare anche questo nodo, anche se le responsabilità in questo caso non sono da attribuire a scelte del governo. Le ricadute economiche delle vicende politiche internazionali, dalla Brexit alle incertezze negli Stati uniti, potrebbero essere dei «fattori rilevanti» per giustificare l’aumento continuo del debito pubblico italiano.
L’unica speranza per l’Italia è che a Bruxelles si facciano delle valutazioni politiche e ci venga concesso un trattamento di favore. Uno dei timori maggiori nella Commissione europea e tra gli stati membri è che l’Italia diventi politicamente inaffidabile e l’esecutivo europeo non vorrebbe incentivare l’instabilità. A nostro favore potrebbe giocare anche la situazione greca. Oggi Atene cercherà di ottenere dall’Ecofin la terza tranche di aiuti, ma le premesse non sono incoraggianti. Troppi focolai di instabilità nel sud Europa finirebbero per rafforzare chi vuole una Unione a due velocità. Altro scenario che la Commissione vuole evitare.
Una nota positiva arriva dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Visitando i comuni colpiti dal terremoto ha annunciato che dall’Europa ci sarà «un aiuto concreto, fino a 2 miliardi per la ricostruzione». L’auspicio di Tajani è che si facciano soprattutto «opere di prevenzione ambientale dai terremoti e dai disastri naturali».
IL GIORNALE