Europa chiude contrastata in attesa della Fed. A Milano (-0,8%) balzo di St
I listini europei hanno chiuso contrastati in attesa della pubblicazione dei verbali della Federal Reserve questa sera. Dopo un avvio in calo, le Borse hanno recuperato leggermente nel pomeriggio grazie a Wall Street che resta debolmente positiva dopo aver toccato nuovi record intraday. A migliorare la situazione dei mercati ha contribuito anche il restringimento dello spread con il Bund dei titoli di stato dei Paesi periferici come Italia (193 punti base), Spagna (143 punti base) e Francia (75 punti base). In particolare, per quel che riguarda i titoli francesi, la decisione del centrista Bayrou di non candidarsi all’Eliseo per sostenere Macron rafforza la posizione di quest’ultimo in un eventuale sfida con Marine Le Pen. Parigi, Londra e Francoforte hanno quindi chiuso in rialzo, anche se con guadagni inferiori al mezzo punto percentuale. A Milano il Ftse Mib ha ceduto lo 0,83% e il Ftse All Share lo 0,77 per cento.
Attesa per le minute della Fed
Resta alta l’attesa per la pubblicazione dei verbali riunione del 31 gennaio e del primo febbraio scorsi della Federal Reserve. Anche se non ci si aspettano sorprese, visto che la settimana scorsa il governatore Janet Yellen si è presentata al Congresso per due giorni di fila per la sua consueta testimonianza semi-annuale, si prevede che i verbali potranno dare indicazioni sul dibattito interno alla Banca centrale Usa sul ritmo dei rialzi dei tassi.
L’Europa guarda anche alle elezioni francesi
Non mancano – anche se restano sullo sfondo – le tensioni legate agli esiti delle elezioni in Francia, con gli ultimi sondaggi che segnalano la rimonta della Le Pen, e Olanda e, di conseguenza, alla tenuta dell’euro. Intanto, in Francia il leader centrista del Modem, Francois Bayrou, ha rinunciato a candidarsi all’Eliseo e ha proposto una “alleanza” al candidato indipendente del Movimento En Marche, Emmanuel Macron. Bayrou ha reso nota la sua decisione nel corso di una conferenza stampa e la proposta di una alleanza all’ex ministro e fondatore del movimento En Marche potrebbe dare a quest’ultimo ulteriore forza nella corsa all’Eliseo.
Balzo di Stm, buone le prospettive per il 2017
Stmicroelectronics, spinta dai giudizi positivi degli analisti sulle previsioni 2017, ha chiuso in testa al segmento principale con un rialzo del 2,84% a 14,14 euro, dopo un massimo toccato a 14,68 euro. In particolare, Equita ha confermato il giudizio buy e alzato il target price a 15,2 euro. Giudizio positivo anche da parte di Barclays, con il 2017 visto in ulteriore crescita: il giudizio sul titolo è overweight con target price a 16,5 euro. Sul settore tech ha influito positivamente anche la performance di Toshiba alla Borsa di Tokyo, dove ha guadagnato il 22% sulla scorta di indiscrezioni circa la possibile vendita di una quota della divisione memorie chip.
In rosso banche e risparmio gestito
Milano ha chiuso in rosso appesantita dalla performance negative di banche e risparmio gestito. Le vendite hanno colpito Banco Bpm (-4,24%), Bper (-3,82%), e Mediobanca (-3,36%), oltre a Banca Mediolanum (-3,19%), e Azimut (-2,94%). Banca Mediolanum ha continuato a pagare la reazione negativa ai conti del 2016 con una guidance molto prudente che ha deluso il mercato e con i dubbi emersi in merito all’andamento delle commissioni di performance nel 2018 a causa del meccanismo di ricalcolo delle fees. In rosso il comparto oil con il contratto sul Wti consegna Aprile che perde l’1,5% a 53,51 dollari al barile. A Piazza Affari Saipem ha perso il 3,46% ed Eni l’1,51 per cento.
In Germania, indice Ifo sale a 111 a febbraio, oltre le attese
Migliorata oltre le attese la fiducia delle imprese in Germania a febbraio. L’indice Ifo è salito a a 111, al valore più alto da dicembre 2016, da 109,9 precedente e ben oltre le attese che erano per un valore di 109,7. «Dopo un lento inizio d’anno, l’economia tedesca è di nuovo in pista» ha commentato il presidente dell’istituto Ifo, Clemens Fuest. L’indicatore per la valutazione della situazione corrente è salito nel mese di febbraio a 118,4 punti (da 116,9), il livello più alto da agosto 2011. Gli economisti avevano previsto un calo a 116,7 punti. L’indice per le aspettative di business è salito a 104 (da 103,2) a fronte di attese per un calo a 102,9.
Italia, l’inflazione sale più del previsto a gennaio. Accelera a +1,8% in Europa
L’inflazione a gennaio è salita oltre le stime, con l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, in aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1% nei confronti di gennaio 2016 (la stima preliminare era +0,9%), mostrando segni di accelerazione (era +0,5% a dicembre). Il rialzo dell’inflazione è dovuto in particolare alla netta accelerazione della crescita tendenziale dei beni energetici non regolamentati (+9%, da +2,4% del mese precedente) e degli alimentari non lavorati (+5,3%, era +1,8% a dicembre), cui si aggiunge il ridimensionamento della flessione dei prezzi degli energetici regolamentati (-2,8%, da -5,8%). Forte accelerazione dell’inflazione della Zona Euro a gennaio. Secondo le stime di Eurostat l’inflazione annua si è attestata a +1,8% in rialzo dall’1,1% di dicembre e contro lo 0,3% di gennaio 2016. Nell’Ue l’inflazione è salita dell’1,7% dall’1,2% di dicembre e dallo 0,3% dello stesso mese di un anno fa.
Euro scivola sotto 1,05 dollari, poi risale
Sul mercato valutario, l’euro riguadagna qualche posizione dopo essere scivolato sotto 1,05 euro sul dollaro e ora scambia a 1,0545 . Il biglietto verde è in rialzo anche contro yen a 113,28 mentre l’euro/yen si attesta a 119,41.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)