La manovra è un rompicapo e il governo non ha soluzioni
L’aumento delle accise non potrà entrare dalla porta di servizio. Se non basteranno i tagli, nella manovra correttiva da 3,4 miliardi che il governo deve presentare entro aprile, gli aumenti per carburanti e tabacchi dovranno essere reali e dichiarati, non potranno essere presentati come clausole di salvaguardia.
Al ministero dell’Economia si continuano a sfornare simulazioni e ipotesi per coprire la correzione dello 0,2% di Pil che chi ha chiesto l’Europa. Sacrificio minimo in rapporto agli sforzi che ci potrebbero chiedere, in particolare sul debito pubblico monstre. Eppure il governo non sta trovando la quadra.
Pesa il veto politico di Matteo Renzi, segretario del Pd ed ex premier, che non vuole aumenti delle tasse. Ma anche la riforma delle legge di bilancio che rende impossibile certi escamotage ampliamente utilizzati nel passato. Il grosso della manovra dovrà essere fatta di tagli. Ma vista la scarsità di tempo e le difficoltà di tipo politico, si pensa ai tagli semilineari. In sostanza si riduce automaticamente il bilancio dei ministeri. A danno, soprattutto, dei privati che forniscono beni e servizi allo Stato. Ma da soli questi tagli non possono coprire tutta la manovra.
Restano in campo le operazioni che fanno aumentare le entrate fiscali, in particolare l’Iva, ampliando il reverse charge e lo split payment, cioè il pagamento anticipato dell’imposta nelle transazione tra privati e tra privati e pubblico.
Ma il grosso, al momento, è ancora sotto la voce lotta all’evasione fiscale. Praticamente impossibile che l’Europa accetti una voce in entrata che in realtà non è prevedibile. E questa volta non sarà possibile bypassare il divieto mettendo a garanzia delle entrate attese una clausola di salvaguardia. Perché la legge di bilancio in versione riformata non lo permette. Il trucchetto che aveva permesso ai precedenti esecutivi di dire all’Europa che, se una copertura non avesse funzionato, sarebbero scattati aumenti delle imposte, non è più praticabile.
Coperture «aleatorie» per il momento, ha ricordato il capogruppo alla Camera di Forza Italia Renato Brunetta. «Restano i tagli a ministeri e partecipate, ma non producono effetti immediati. Alzeranno ancora le accise. E noi paghiamo le mance di Renzi».
Tra i settori ad alto rischio di aumento delle tasse c’è quello dei giochi. Ieri il presidente di Sistema Gioco Italia Stefano Zapponi ha protestato. «La filiera è ai limiti della sostenibilità, col rischio reale di chiusura di aziende e gravi ricadute occupazionali» a «esclusivo vantaggio dell’illegalità».
IL GIORNALE
This entry was posted on sabato, Febbraio 25th, 2017 at 12:47 and is filed under Politica. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.