Benefit al posto degli aumenti e pensioni minime per i giovani
Roma. La situazione dei conti pubblici è talmente complicata che lo Stato inventa ogni giorno qualche nuova strategia per venire incontro alle categorie che battono cassa e a quelle che minacciano di non finanziarlo più.
Nella fattispecie si tratta dei pubblici dipendenti e dei giovani lavoratori autonomi o, semplicemente, precari
Per i primi il sottosegretario alla Pubblica amministrazione, Angelo Rughetti, in un’intervista al Corriere ha adombrato la possibilità di inserire i fringe benefit nel nuovo contratto degli statali per limitare l’esborso dei rinnovi, stimato in 1,4 miliardi da inserire nella legge di Bilancio 2018. Sconti sulle piscine comunali, sulle mense scolastiche, sui mezzi pubblici anziché incrementi stipendiali cash.
Mentre questi ultimi andrebbero pagati brevi manu, i secondi possono essere contrattati tra lo Stato e le altre amministrazioni. Al sindacato, comunque, toccherà l’ultima parola.
Nel frattempo, la sinistra del Pd continua il pressing sul ministro del Lavoro, Giuliano Poletti (nella foto), per indurlo a prendere in considerazione strade alternative nella «fase due» del tavolo sulle pensioni. Si tratta, in pratica, di garantire una pensione minimo ai giovani lavoratori discontinui di oggi che rischiano di ritirarsi a 75 anni con poche centinaia di euro al mese. La pensione minima per i ragazzi di oggi li incoraggerebbe, se sono autonomi, a continuare i versamenti che consentono di pagare le pensioni di ieri.
IL GIORNALE