Italiani e Fisco, liti per 32 miliardi di euro. Il governo apre alla rottamazione

MILANO – Il governo sta lavorando a  una rottamazione delle liti tributarie arretrate sul modello di quanto già fatto con le cartelle esattoriali. L’apertura arriva dal viceministro dell’Economia Luigi Casero, intervenuto all’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Per l’abbattimento dell’arretrato stiamo pensando alla definizione delle liti pendenti sulla base dei principi della rottamazione delle cartelle esattoriali”, ha detto spiegando che questa misura potrebbe interessare “il contenzioso pendente in tutti i gradi di giudizio non solo in Cassazione. Per l’arretrato della Cassazione si sta anche valutando l’istituzione di una “sezione tributaria bis”. E sempre per evitare l’accumulo di ricorsi Casero ha spiegato che il governo sta valutando anche l’ipotesi di alzare la soglia per la mediazione extragiudiziale delle piccole liti tributarie pendenti da 20 mila a 50 mila euro.

I numeri della “guerra con il fisco”. Gli italiani e il Fisco sono opposti in “liti” che riguardano tasse e affini per un valore di 32 miliardi di euro. È questo il numero relativo al 2016, in leggero calo rispetto ai 34 miliardi del 2015, presentato dal presidente della giustizia tributaria, Mario Cavallaro. In calo il numero complessivo delle nuove cause, (-1% nelle sezioni regionali e -13% nelle provinciali, che si raffrontano però con un aumento del contenzioso del 6% del 2015). Si conferma invece in aumento il valore medio dei giudizi, a 112.363 euro per quelli delle corti provinciali e a 194.104 euro per quelle regionali.

Cavallaro ha parlato di un forte recupero dell’arretrato tributario nel 2016: si è attestato al 12%, raddoppiando quasi rispetto al 2015. “I dati parlano da soli – ha sottolineato – si tratta di una giurisdizione laboriosa e virtuosa che non accumula arretrato e che anzi ha un indice di smaltimento superiore a quello degli ingressi, confermando un forte recupero dell’arretrato, quest’anno attestatosi su un ottimo 12%, percentuale quasi doppia rispetto al precedente periodo”. Alla fine dello scorso anno risultavano comunque più di 450mila liti pendenti col Fisco, di cui 318.192 nel grado provinciale e 150.647 in quello regionale. I nuovi processi iscritti sono circa 232mila mentre quelli arrivati a decisione sono quasi 300mila.

Un segnale d’allarme è invece arrivato dal presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio, che ha rilevato come sull’organismo incomba “il macigno di 50 mila” liti con il Fisco arretrate, “a volte anche di scarsissimo valore”: rappresentano ormai “un’emergenza”. Per questo ha sottolineato la necessità che “il governo prenda una posizione”, per evitare “la deriva di una Cassazione civile che diventi solo tributaria”.

Di nuovo Cavallaro ha chiesto ancora di avviare una “revisione generale della rete territoriale delle corti giudiziarie e soprattutto dei loro organici”. Si tratta di un obiettivo “essenziale ed urgente, che produrrà presumibilmente anche una diminuzione complessiva dei costi, pur senza detrimento per i compensi dei singoli magistrati”. Anzi, proprio i compensi restano una delle note dolenti, “da tutti – precisa Cavallaro – pressoché unanimemente definiti inadeguati e non solo in termini assoluti, per la evidente sproporzione fra la qualità e quantità di opera prestata e la sua anche comparativa determinazione, ma anche per l’irrazionalità dell’erogazione, nei criteri e nei tempi”.

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