Dal Colle “comprensione umana” ma nessun intervento diretto
Non è corretto dire che il Quirinale sia stato assente dalla vicenda di dj Fabo. Subito dopo la commovente lettera del giovane a Sergio Mattarella affinché il Presidente facesse qualcosa per sbloccare la discussione su un ddl dei Radicali che permette l’eutanasia assistita, dal Colle era giunta una telefonata a Marco Cappato, il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni. Venga a trovarci, gli hanno detto. Non sarebbe stato un incontro diretto con il Capo dello Stato, ma con due tra i suoi consiglieri più stretti, Giancarlo Montedoro, consigliere di Stato addetto agli affari giuridici, e Luisa Corazza, consulente del Presidente per le questioni di carattere sociale. Accadeva il 17 febbraio scorso.
Forse Marco Cappato si attendeva qualcosa di più. Forse si aspettava un segnale politico. In cambio, ha avuto vicinanza umana. E comunque i due funzionari che l’hanno ricevuto sono tra i consiglieri più vicini a Mattarella e si muovevano su suo indirizzo.
«Due funzionari ci hanno ricevuto – racconta ora Cappato – e ci hanno tecnicamente offerto un “ascolto”. Significa che hanno preso nota delle nostre parole, ma non è stata data alcuna risposta all’appello di dj Fabo. Né nel corso di quell’incontro, né in seguito. Il Quirinale non ci ha parlato».
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L’incontro del 17 febbraio, insomma, è presto detto. I due consiglieri di Mattarella hanno ascoltato in silenzio le ragioni del tesoriere dell’associazione vicina ai Radicali e di dj Fabo, hanno preso nota delle doglianze sui ritardi della politica italiana nell’affrontare una questione così delicata come l’eutanasia assistita, e però secondo l’associazione così importante e urgente. La delegazione di Cappato ha fatto anche diversi esempi di legislazione in Europa sulla materia. In Italia, però, hanno detto amaramente, non è materia su cui si legifera.
Non ci sono reazioni ufficiali dal Quirinale. L’incontro dei due consiglieri con la delegazione dell’associazione Luca Coscioni è confermato, punto. Ma si sa che il Presidente ha dato lui l’indirizzo ai suoi consiglieri e gli è stato prontamente riferito l’andamento dell’incontro. E chi nei giorni seguenti ha ascoltato il Capo dello Stato, sa che Mattarella ha espresso la sua grande comprensione umana per il giovane dj, la vicinanza al suo dolore e anche personale partecipazione, unita però alla consapevolezza che in Italia non ci sono gli strumenti giuridici per dirimere la questione.
Quello che Montedoro e Corazza non hanno esplicitato è che il Presidente non sarebbe intervenuto pubblicamente sulla materia innanzitutto perché il suicidio assistito secondo la legge italiana è un reato, e mai il Presidente si sarebbe sentito di invitare chicchessia a commettere un reato. Secondo, i due consiglieri avevano chiaro che nemmeno il disegno di legge in discussione in Parlamento sul testamento biologico prevede una legalizzazione del suicidio assistito. Terzo, che il tema dell’eutanasia è sicuramente molto discusso nel Paese, e appassiona, ma è anche fortemente divisivo, ossia non c’è una corrente d’opinione prevalente, e quindi a maggior ragione Sergio Mattarella preferisce conservare il silenzio.
D’altra parte una costante di questi due anni è anche la non-interferenza del Quirinale nelle dinamiche politiche e parlamentari. Mattarella, come si è visto in tanti passaggi recenti e meno recenti, è assolutamente rispettoso del dibattito che si svolge alle Camere e ritiene corretto non intervenire in un senso o nell’altro.
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