La fiducia Usa sostiene le Borse. Milano piatta, brillano Eni e banche

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Le Borse europee archiviano la seduta in territorio positivo, seppur con lievi rialzi. Piazza Affari, invece, chiude praticamente sulla parità (-0,01%) ma brillano comunque diversi titoli bancari ed Eni (+1,1%) che sale in attesa dei conti 2016 e del piano industriale, che verranno presentati domani a Londra. Tutto ciò mentre Wall Street è ancora attorno alla parità: in attesa del discorso di Donald Trump al Congresso (previsto per stanotte), la seconda lettura del pil Usa del quarto trimestre ha evidenziato un +1,9% (sotto le attese di +2,1%) mentre la fiducia dei consumatori Usa a febbraio è balzata ai massimi dal 2001 (è salita oltre le previsioni degli analisti a 114,8, ai massimi dal 2001, da 111,8 di gennaio). A Milano la migliore è Banco Bpm (+2,7%), ancora in rialzo dopo le richieste Bce sui requisiti patrimoniali (ampiamente soddisfatte dall’istituto); acquisti anche su Saipem (+2,3% dopo la lunga scia di ribassi seguita ai conti 2016) e Leonardo – Finmeccanica (+0,9%), favorita dalla promessa dell’amministrazione Usa di un aumento record delle spese militari. Sale tutto il comparto bancario – Intesa Sanpaolo guadagna un altro 0,46% dopo lo stop al progetto Generali – mentre in coda al listino spiccano Exor (-2,1%), Ynap (-1,7%) e Davide Campari (-2,1%), che oggi ha diffuso i conti 2016. Sul resto del listino, svetta Sogefi (+12%) che ieri ha diffuso i conti (in aumento margini e fatturato con l’utile che balza a 9,3 milioni). Realizzi sul greggio, con il Wti che scende a 53,4 dollari al barile (-1,2%). Sul mercato dei cambi, l’euro resta sopra quota 1,06 dollari ed è indicato a 1,061 (1,0621 ieri) e 118,92 yen (118,96), mentre il rapporto dollaro/yen è a 111,96 (112,02). Lo spread Btp-Bund scende sotto i 190 punti e si attesta a quota 187,

Analisti: Trump darà «orientamenti», chi aspetta dettagli sarà deluso
«Dato che l’eurozona non può reagire al discorso di Trump prima di domattina – notano gli analisti di UniCredit – ci attendiamo che la sessione odierna sia caratterizzata da un’attitudine “wait-and-see” con soltanto modesti movimenti intraday». Gli esperti, in ogni caso, cercano già di spegnere qualche eccessivo entusiasmo in vista dell’intervento del presidente Usa, sottolineando che «gli investitori in cerca di chiarezza sul piano di Trump in merito alla riforma fiscale e alle spese infrastrutturali potrebbero rimanere delusi dal discorso», dato che «è improbabile che vengano rivelati dettagli specifici e rilevanti, e ancora meno un programma fiscale complessivo», anche se è lecito attendersi almeno qualche «orientamento aggiuntivo».

Leonardo in evidenza grazie alle promesse di Trump
La promessa di un «aumento storico» delle spese per la Difesa fatta ieri da Trump mette in fermento l’intero comparto mondiale. A Piazza Affari ne approfitta Leonardo, mentre a livello europeo i rialzi coinvolgono anche Thales e Airbus a Parigi, Rolls Royce e Bae Systems a Londra. Trump, ricordano gli analisti di Equita, «ha annunciato un aumento delle spese militari 2018 del 10% annuo (pari a un incremento di circa 54 miliardi di dollari) finalizzato ad aumentare truppe, navi e aerei in servizio». Il piano definitivo farà parte della legge finanziaria che dovrebbe essere preparata entro fine marzo. «Se confermato – notano gli esperti – è ragionevole pensare che i principali beneficiari siano i grandi player della difesa americani, ma riteniamo probabile qualche ricaduta positiva anche per Drs», la controllata Usa di Leonardo, «che rappresenta circa il 13% del fatturato e il 10% dell’ebitda di gruppo».

Poste Italiane debole, gli analisti vedono grigio sui conti del quarto trimestre
Sul Ftse Mib perde invece terreno Poste Italiane che chiude con un ribasso dello 0,58%. A mettere il titolo sotto i riflettori è uno studio della stessa Equita che, in vista della pubblicazione (il 15 marzo) dei conti del quarto trimestre 2016, mette in guarda sugli oneri one-off che saranno contabilizzati come «conto del derisking del gruppo dal punto di vista reputazionale e regolamentare». Per questo motivo Equita ha rivisto al rialzo le stime di perdita netta trimestrale a 211 milioni da 149. «Abbiamo infatti incluso 50 milioni di impatto dalla vendita di Banca del Mezzogiorno-Mcc, di cui e’ stata annunciata la cessione il 9 febbraio», notano gli analisti, sottolineando che «l’operazione permette a Poste di concentrarsi sui core business postale, assicurativo e finanziario, ma soprattutto di ridurre il rischio regolamentare». Gli esperti hanno poi conteggiato 60 milioni «per accantonamenti su uno dei 4 fondi immobiliari collocati nel 2002-2005 su cui i clienti hanno registrato perdite di circa il 50%: il costo consente a Poste di ridurre il rischio reputazionale».

Acquisti su Eni alla vigilia di conti e piano
Riflettori puntati su Eni alla vigilia della pubblicazione dei conti del quarto trimestre 2016. «Eni dovrebbe annunciare risultati in crescita rispetto al terzo trimestre, principalmente grazie all’aumento del prezzo del Brent», notano gli analisti di Banca Akros, sottolineando tuttavia di non ritenere che i conti del quarto trimestre possano essere un catalizzatore per l’andamento del titolo. «L’attenzione degli investitori sarà rivolta all’aggiornamento del piano industriale – precisano – dove i temi principali sono: l’aumento della produzione tra il 2017 e il 2020 (dopo il record di 1,84 milioni di barili al giorno per il 2017), il programma di dismissioni (dopo i 7 miliardi previsti dal piano 2016-2019), il floor dei dividendi (oggi pari a 0,8 euro, con un rendimento implicito di circa il 5,6%) e il completamento del processo di ristrutturazione delle attività mid e
downstream». «Confermiamo la raccomandazione positiva con rating “buy”», concludono gli esperti, prevedendo per Eni un quarto trimestre in utile «dopo 5 trimestri negativi».

Campari maglia nera dopo i dati di bilancio
I risultati di bilancio annunciati in mattinata hanno invece fatto scivolare i titoli Davide Campari. La società ha annunciato di aver chiuso il 2016 con un utile netto in calo del 5,2% a 166,3 milioni. Sulla base dei risultati, la società proporrà all’assemblea un dividendo di 0,045 euro per azione, invariato rispetto al dividendo del 2015 rettificato sulla base del frazionamento azionario proposto. Il debito finanziario netto e’ salito da 825,8 milioni a fine 2015 a 1,2 miliardi al 31 dicembre 2016 a causa soprattutto dell’acquisizione di Grand Marnier (584,1 milioni al netto delle cessioni di business), ma la società ha mostrato comunque una forte generazione di cassa con un free cash flow in crescita del 21,6% a 243,2 milioni. Per quanto riguarda il 2017 l’a.d. Bob Kunze-Concewitz ha precisato di aspettarsi «che la continua performance superiore alla media del gruppo delle priorità globali a elevata marginalità nei principali mercati sviluppati e il progressivo recupero del business dello zucchero in Giamaica, possano continuare a guidare l’espansione del margine operativo lordo’, anche se ‘tale effetto potrebbe essere mitigato da un atteso aumento dei costi dei materiali (quali inflazione nei mercati emergenti e prezzo dell’agave)».

Nel resto del listino milanese i realizzi colpiscono Lucisano Media Group, ieri maglia rosa grazie al successo del film “Beata Ignoranza”. Debole Visibilia Editore dopo che il cda ha annunciato l’azione di responsabilità contro esponenti di vertice delle precedenti gestioni. Guadagna terreno Saras all’indomani della pubblicazione dei conti 2016 e del nuovo piano industriale. In Europa, vendite su Infineon a Francoforte, dove invece recuperano terreno i titoli Deutsche Boerse, ieri penalizzati dal possibile naufragio dell’annunciata fusione con Lse.

In febbraio l’inflazione italiana accelera all’1,5%
Sul fronte macroeconomico, l’Istat ha reso noto che in febbraio l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,3% mensile e dell’1,5% annuo, in accelerazione dal +1% di gennaio. L’istituto ha spiegato che, analogamente a quanto accaduto a gennaio, l’accelerazione dell’inflazione a febbraio è per lo più ascrivibile alle componenti merceologiche i cui prezzi sono maggiormente volatili e in
particolare agli alimentari non lavorati (+8,8%, era +5,3% a gennaio) e ai beni energetici non regolamentati (+12,1%, da +9,0% del mese precedente). A rafforzare l’inflazione c’è poi l’accelerazione della crescita dei prezzi dei servizi
relativi ai trasporti (+2,4%, da +1,0% di gennaio). L’inflazione acquisita per il 2017 risulta pari all’1 per cento.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

 

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