La chiesa e il caso pedofilia, Zollner: “Mary era delusa per la lentezza della commissione”
di PAOLO RODARI
CITTÀ DEL VATICANO. «A mio avviso non c’è un motivo specifico che ha portato Collins alle dimissioni, piuttosto si tratta di un insieme di molteplici delusioni, la frustrazione per un lavoro che procede troppo a rilento».
Hans Zollner, gesuita, preside dell’Istituto di psicologia dell’Università Gregoriana, direttore del Centro per la protezione dell’infanzia attivo già da qualche anno presso lo stesso ateneo, e membro della Pontificia commissione per la protezione dei minori istituita da papa Francesco, ha lavorato per tre anni a stretto contatto con Marie Collins, la vittima di abusi sessuali commessi da un prete che si è dimessa dalla Commissione Pontificia istituita da papa Francesco per combattere la pedofilia.
Padre, le accuse di Collins sono molto pesanti. Cosa pensa?
«Credo che il problema sia maggiormente relativo a una certa lentezza del lavoro vaticano rispetto alle aspettative della Collins. Per questo ha deciso di farsi da parte. Per lei era intollerabile che i tempi si facessero lunghi, che a certe domande non vi fossero risposte. Ma nelle stesse dichiarazioni che ha fatto si capisce come il suo non sia un atto di diniego verso il Vaticano».
In che senso?
«La stessa Collins crede ancora in questo lavoro, nel lavoro della Commissione, tant’è che si è resa disponibile a girare il mondo, e gli stessi dicasteri vaticani, per parlare della sua esperienza. Continuerà a collaborare con noi, lei stessa lo vuole. E questo è un dato importante».
Quando ha deciso di dimettersi?
«Ha comunicato la propria intenzione al presidente della Commissione, il cardinale Sean O’Malley, lo scorso 13 febbraio, annunciando che le dimissioni sarebbero partite dal primo marzo. Ieri O’Malley ha diffuso una dichiarazione in cui, a nome di tutti i membri dell’organismo voluto da papa Bergoglio per rafforzare la tutela dei minori dagli abusi, esprime “ringraziamento sincero per lo straordinario contributo da lei dato come membro fondatore della Commissione”. O’Malley ha anche detto che certamente ascolteremo attentamente tutto ciò che Marie desidera condividere con noi circa le sue preoccupazioni e ci mancherà moltissimo il suo contributo come membro della Commissione».
Collins parla di un documento ampio lasciato
in Commissione. A cosa si riferisce?
«Penso si riferisca a delle linee guida generali che insieme abbiamo steso e che vorremmo valgano per tutte le conferenze episcopali. Quel documento è ancora in itinere e probabilmente si riferisce ad esso».
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