La Corea del Nord lancia quattro missili balistici, tre cadono nel mare del Giappone

cecilia attanasio ghezzi
PECHINO

Quattro missili balistici, di cui tre sono caduti nelle acque territoriali del Giappone. È questa la risposta nordcoreana per le esercitazioni militari congiunte tra Corea del Sud e Stati Uniti. Il Giappone la definisce «una grave minaccia alla sicurezza nazionale», i missili sarebbero caduti a 300-350 chilometri dalle sue coste. Il ministero della difesa sudcoreano, il primo a darne notizia, non ha ancora identificato i tipi ma non esclude che almeno uno possa essere il temuto intercontinentale Icbm, in grado di raggiungere gli Stati Uniti. Una fonte anonima statunitense intervistata da Reuters ha escluso questa eventualità.

 I lanci sono avvenuti alle 7:36 locali da Tongchang-ri, l’area nordcoreana al confine con la Cina da cui negli ultimi anni sono stati condotti i test dei missili a lungo raggio. Il premier giapponese Shinzo Abe ha sottolineato subito la «violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu». La sua controparte sudcoreana Hwang Kyo-ahn ha specificato che l’esercito «sta monitorando attentamente il nord del paese».

 

L’ANNUNCIO

Nel discorso di fine anno il leader nordcoreano Kim Jong-un ha annunciato che il suo Paese stava preparando il lancio di prova per un missile balistico a lunga gettata, il mese scorso il segretario alla Difesa statunitense James Mattis aveva avvisato che un attacco nucleare agli Stati Uniti o a uno dei suoi alleati avrebbe scatenato una risposta «efficace e travolgente». Il presidente Trump ha definito la Corea del Nord «un grande problema».

Nonostante le sanzioni Onu, dal 2006 il regno eremita ha condotto cinque test nucleari e decine di lanci missilistici. Le preoccupazioni internazionali aumentano ad ogni test anche se per il momento gli analisti sono concordi nel definire le tecnologie nordcoreane non ancora pronte al lancio di un missile Icbm completamente efficace. Il lancio di stamattina potrebbe anche essere letto come un segnale per Pechino che ha recentemente sospeso le importazioni di carbone dalla Corea del nord e che è nel pieno di uno degli appuntamenti politici più importanti dell’anno.

 

LA REAZIONE DI PECHINO

La pazienza di quello che tradizionalmente è considerato l’unico alleato di Pyongyang è stata messa a dura prova dai sempre più frequenti lanci di missili balistici (il 12 febbraio, Pyongyang ha provato un nuovo vettore a medio raggio)

e dall’assassinio extraterritoriale del fratellastro del Brillante leader Kim Jong-nam, secondo molti un protetto della Repubblica popolare. I lanci inoltre non fanno altro che aumentare le difficoltà ad opporsi all’installazione del sistema antimissilistico statunitense Thaad sul territorio sudcoreano. Per Pechino, che non accetta interferenze così vicine al suo territorio, sarebbe un’evidente minaccia alla stabilità dell’area. Ma per il momento si è limitato a lanciare il boicottaggio di Lotte, il conglomerato di supermercati sudcoreani che ha offerto i suoi terreni per la costruzione del Thaad.

LA STAMPA

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