Tutti felici senza euro? Non raccontiamoci bugie
Caro direttore,
possibile che la gente non capisca che «uscire dall’euro» risulterebbe uno sbaglio enorme? Fior di economisti teorizzano che svalutando la lira si venderebbe di più e la crescita aumenterebbe! Senza valutare che molti partner commerciali europei sarebbero autorizzati a inventarsi dei dazi. Non solo, ma per milioni di pensionati, dipendenti pubblici e privati, una svalutazione nel cambio da euro a lira del 30/40 % farebbe cadere tutti nella miseria più nera. Ne vogliamo discutere e spiegare bene che lo svantaggio sarebbe di gran lungo maggiore dell’utile per un’Italia «felix»?
Silvia Audino Adami Roma
Gentile signora Adami,
Disegnare scenari felici per il nostro Paese con l’uscita dall’euro, scaricare tutti i nostri problemi sulla perfida Europa sono diventati ormai esercizi facili. Non soltanto dei partiti dichiaratamente anti Unione ma anche di quelli di governo.
Si prende come bersaglio un nemico esterno per sfuggire alle proprie responsabilità. Naturalmente dire ciò non significa accettare questa Europa con un progetto debole, leader inadeguati ed egoismi nazionali dilaganti. L’Unione va rifondata ma senza raccontare bugie sulla realtà. E la realtà ci racconta alcuni vantaggi indiscutibili legati alla moneta unica: tassi d’interesse stabili (e molto bassi in questi ultimi anni grazie alla Banca centrale europea) che permettono ai cittadini di ottenere mutui e prestiti a condizioni vantaggiose, accesso illimitato e senza costi a un mercato di 500 milioni di persone (uscire dall’euro, ammesso sia possibile, renderebbe molto difficile per l’Italia restare in un mercato comune minato alla radice), facilità dei pagamenti sulle piattaforme bancarie condivise, viaggi senza il fastidio del cambio e delle commissioni.
Immaginiamo di tornare alla lira, una moneta svalutata, secondo le previsioni, di quasi il 30%: cosa accadrebbe a chi ha chiesto prestiti in euro? E che fine farebbero i 600 miliardi di obbligazioni emesse da imprese italiane sui mercati esteri, quanto peserebbero sui bilanci per colpa della svalutazione? Molte aziende rischierebbero il fallimento. Non parliamo poi dello spread, che determina il tasso di finanziamento del debito pubblico italiano, tenuto sotto controllo per merito dell’azione della Bce.
Le simulazioni sono state fatte da tecnici di valore e parlano di un danno pesante per i cittadini, lo Stato e le imprese. E vale poco ricordare che quando ci fu la conversione della lira in euro i prezzi aumentarono. Nessuno ci impose quei prezzi, fu solo colpa nostra. Pensiamoci bene prima di lanciare slogan per conquistare voti.
CORRIERE.IT