Caso Consip, oggi Romeo interrogato
di MARIA ELENA VINCENZI
ROMA. Dopo la decisone di ritirare la delega ai carabineiri del Noe, le procure gettano acqua sul fuoco. Da Napoli e da Roma fanno intendere che non ci sono attriti tra i due uffici giudiziari i quali, anzi, continuano a lavorare “in coordinamento” alle indagini sulla Consip. La scelta di rasserenare il clima è arrivata da entrambe le procure. Piazzale Clodio ha deciso di diramare un sintetico comunicato per precisare che “non ci sono contrasti con i colleghi campani”, mentre da Napoli, il procuratore reggente, Nunzio Fragliasso parla di “perfetta sintonia tra i due Uffici requirenti”.
Sta di fatto che a Roma si indaga sulla fuga di notizie. Diversi i fascicoli contro ignoti volti ad accertare l’identità della talpa che, negli ultimi giorni, avrebbe permesso la pubblicazione di una serie di atti di indagine omissati. È stato questo a far saltare i nervi al procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo e al sostituto Mario Palazzi e a convincerli della necessità di un cambio di strategia. O meglio di polizia giudiziaria: ora l’incarico ad indagare sulla vicenda Consip è affidato al nucleo investigativo dei carabinieri di Roma.
Messe da parte le polemiche, vere o presunte, oggi inizia una nuova settimana cruciale. È previsto per oggi l’interrogatorio dell’uomo chiave dell’inchiesta, l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, finito in carcere mercoledì scorso con l’accusa di corruzione. Se non dovesse avvalersi della facoltà di non rispondere, il gip e i pm gli chiederanno conto di molte cose. A partire dalla corruzione del dirigente Consip Marco Gasparri (oggetto della misura cautelare) fino ai vari pizzini trovati nel secchio della spazzatura del suo ufficio. Foglietti sui quali, secondo gli inquirenti, annotava nomi e importi delle mazzette. Tra questi ce ne sarebbe anche uno con scritto: 30.000 al mese T. E, secondo chi indaga si tratterebbe proprio di Tiziano Renzi. Proprio il padre dell’ex sindaco di Firenze, indagato per traffico di influenze, si è sfogato con una troupe televisiva: “Vorrei non subire stalking, mi state violentando in un momento privato”. Potrebbe essere questa settimana anche l’audizione del presidente della Puglia, Michele Emiliano.
I pm vogliono sentirlo come testimone: il governatore ha raccontato di avere ricevuto pressioni dal ministro Luca Lotti (anche lui indagato, ndr), e da papà Renzi per incontrare l’imprenditore farmaceutico Carlo Russo, uomo di fiducia della famiglia dell’ex premier e di Romeo.
REP.IT