Stretta sui voucher, l’intesa è vicina
L’accordo sui voucher è quasi fatto, questione di un ultimo dettaglio. Come annunciato nei giorni scorsi la risposta che il governo metterà in campo per rispondere al referendum promosso dalla Cgil prevede di ripristinare le norme introdotte dalla legge Biagi e quindi di circoscrivere l’utilizzo dei buoni lavoro alle sole attività occasionali, ai piccoli lavoretti e alle famiglie. Quindi verrà modificato anche il tetto massimo di spesa assegnato ad ogni committente che dai 7 mila euro verrà riportato a 5 mila. Tassativamente escluso l’utilizzo dei voucher nell’ambito della pubblica amministrazione, fatti salvi casi straordinari come le iniziative di solidarietà, le calamità e le emergenze. L’unica variabile resta quella relativa alle imprese. La scorsa settimana il ministro del Lavoro Giuliano Poletti aveva annunciato la loro esclusione totale. Nei giorni seguenti nell’ambito del dialogo avviato tra Parlamento e governo era però spuntata l’ipotesi di consentirne l’utilizzo alle sole imprese che avessero al massimo un dipendente. L’ultima mediazione si ferma a metà strada: si pensa infatti di concedere la deroga solamente agli imprenditori singoli, a cui comunque verrebbero imposti tetti molti rigidi di utilizzo. Confermato invece l’impiego dei buoni in agricoltura, con i tetti già previsti di 2/5 mila euro, ma solo per consentire la raccolta di prodotti stagionali a pensionati e studenti.
«Il lavoro ed il confronto col governo continuano – spiega il presidente della Commissione lavoro della Camera Cesare Damiano, che da giorni regge le sorti del confronto -. Esistono ancora alcuni nodi da sciogliere, fermo restando la volontà di circoscrivere l’utilizzo dei voucher al solo lavoro accessorio occasionale. In particolare per le imprese si sta ancora valutando se concederlo soli ai singoli imprenditori oppure escluderli del tutto». Ieri sera la relatrice del provvedimento Patrizia Maestri ha confermato che «la bozza del testo che unifica le varie proposte di legge parlamentari è pronto», ma l’esame nell’ambito del Comitato ristretto della commissione lavoro previsto per oggi potrebbe slittare a causa dell’accavallarsi degli impegni. «Il testo è pronto anche se non è definitivo – ha spiegato la deputata Pd – ed è aperto a eventuali modifiche alla luce del confronto col governo che a sua volta sta compiendo delle valutazioni e delle verifiche».
«Ormai ci siamo», sostiene Damiano. Che punta a chiudere rapidamente l’intesa anche sulle norme relative agli appalti oggetto del secondo referendum promosso dalla Cgil. «In questo caso propongo il ritorno al 2003 ripristinando la responsabilità solidale ai fini delle retribuzione, del rispetto degli standard contrattuali e contributivi a favore anche all’ultimo lavoratore impegnato nella catena dei subappalti». E’ chiaro che «per il governo sarebbe una brusca virata in senso positivo» aggiunge. In pratica tutte le istanze avanzate dalla Cgil verrebbero recepite e di conseguenza il referendum potrebbe essere annullato. Il governo spinge per chiudere rapidamente: addirittura era stato ipotizzato che Poletti potesse definire la partita già domani nel corso dell’incontro con Cgil, Cisl e Uil già fissato da tempo. Senza escludere poi che, una volta trovata la quadra, per accorciare i tempi si potrebbe anche procedere per decreto. Di certo si farà di tutto per disinnescare i due referendum della Cgil per i quali si ragiona su due date, il 14 oppure il 21 maggio.
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