Meglio la camomilla della cocaina
L’altra sera, dopo averlo visto in tv intervistato da Pippo Baudo, Di Maio ha definito il premier Gentiloni come «camomilla data a un malato terminale».
È bello sentire i Cinquestelle fare i battutisti dopo averli sentiti per mesi lagnosi e seriosi sul caso della loro sindaca di Roma che, quello sì, ha fatto ridere tutta Italia. In effetti Gentiloni non è tipo che ti fa sbellicare dalle risate, ma a un malato terminale, quale è l’Italia, la camomilla fa meno male della cocaina che Grillo, e non solo lui, hanno spacciato e continuano a smerciare incuranti delle controindicazioni.
Siamo un Paese drogato e, purtroppo, tossicodipendente. I dati dell’economia sono drogati dagli 80 euro di Renzi, quelli sul lavoro da Jobs Act e voucher, quelli sulla crescita dai contanti immessi nel sistema bancario da Draghi. Sono drogate dal protagonismo dei magistrati le inchieste giudiziarie, persino la Chiesa è drogata dal franceschismo. Tra i tanti spacciatori, Grillo e i suoi fanno la parte del leone. Tutti ladri, tutti incapaci, tutti da cacciare: ogni giorno le loro grida (e purtroppo Salvini spesso li insegue per non perdere quote del mercato) sovrastano tutto e tutti, anche se il più delle volte vendono dosi sporche e per questo tendenzialmente letali.
La politica e la giustizia italiane assomigliano sempre più ai cartelli del narcotraffico: guerre intra bande e guerre per bande, ogni giorno morti e feriti. Ma si può andare avanti così? Di Maio disprezza la «camomilla» perché ormai è un tossicodipendente. Ogni giorno deve avere (dare) la sua dose di insulti, ogni settimana deve tagliare una testa manco fosse un invasato dell’Isis. E Grillo, che certe cose le conosce avendo frequentato per anni locali notturni, spinge i suoi ragazzi ad andare sempre oltre, ad alzare la sfida.
Sarà un caso (probabilmente lo è) ma con «camomilla» Gentiloni qualche timido sintomo di ripresa c’è, anche se lui, premier per caso, per scaramanzia tace. Intendiamoci: ci auguriamo che al più presto si insedi tutt’altro governo, un governo che magari non ci faccia dormire ma che soprattutto ci disintossichi dal renzismo e dal grillismo, due facce della stessa medaglia (di latta).
IL GIORNALE