Consip, Niccolò Ghedini difende Tiziano Renzi: “Traffico di influenze? Un reato a cui suono graniticamente contrario”

Nei giorni infuocati dell’inchiesta Consip, che coinvolge Tiziano Renzi e Luca Lotti, dice la sua uno che di leggi, giudizi e tribunali se ne intende, Niccolò Ghedini. Lo storico avvocato di Silvio Berlusconi nonché senatore di Forza Italia, dice la sua in un’intervista a La Stampa, dove dà sfoggio di assoluto garantismo, nella miglior tradizione del centrodestra. “Secondo l’accusa si sarebbero verificati episodi di corruttela legati all’assegnazione di lavori – sottolinea entrando nel merito dell’inchiesta benedetta dallo zampino di John Henry Woodcock -. Però l’ attenzione mediatica è concentrata sul padre di Renzi perché a lui viene contestato questo nuovo reato introdotto nel 2012, il traffico di influenza illecita, al quale ero e rimango graniticamente contrario“.

Ghedini fa capire senza troppi giri di parole ciò che pensa di questo nuovo reato, ovvero che sia un’arma probabilmente impropria. Si dice “contrario” al nuovo reato “perché amplia a dismisura il concetto di millantato credito e dà alla magistratura la possibilità di valutare in maniera molto elastica i comportamenti”. E nel merito del caso del babbo Renzi, Ghedini si schiera contro il linciaggio mediatico che lo travolge: “Vedo il solito metodo di anticipare le sentenze di condanna, che a me sembra inaccettabile. Renzi e il suo governo sono stati negativi per l’Italia, però dell’inchiesta sul padre viene fatto un utilizzo barbaro“, sottolinea Ghedini.

Dunque si parla di Luca Lotti, e viene chiesto all’avvocato perché Forza Italia non lo sfiducerà: “Sarà un processo (ammesso che ci si arrivi) ad accertare come stanno le cose – risponde – . Ma chiedere le dimissioni del ministro sulla base di uno stillicidio non verificabile è del tutto sbagliato. Come lo fu per Maurizio Lupi, che non era neppure indagato, e proprio Renzi lo fece dimettere. Come accadde per la stessa Nunzia De Girolamo, senza distinguere tra accertamento dei fatti e sentenza di condanna, anche solo di primo grado”, ricorda

Dunque, una battuta sull’attualità politica. Ghedini ricorda che Silvio Berlusconi è il primo a voler tornare alle elezioni il prima possibile, perché siamo alle prese con il quarto governo non eletto consecutivo. Ma “prima di tornare alle urne serve una legge” elettorale. E le primarie tanto invocate da Matteo Salvini si faranno? Tranchant la risposta di Ghedini: “Oltre che ottimo comunicatore, Salvini è un politico ragionevole. Quindi si renderà conto che le primarie senza una definizione legislativa sono assolutamente impercorribili. Anzi, un inutile esercizio anti-democratico. Basti vedere che cosa è successo e sta ancora succedendo nel Pd”.

LIBERO.IT

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