Fisco, anche l’Italia diventa paradiso per gli stranieri ricchi

luigi grassia

«Lasciate che i ricchi vengano a me». L’Italia si dà una legge attira-Paperoni per convincere gli stranieri più facoltosi a stabilire qui la residenza e a pagare le tasse e a consumare il loro reddito dentro ai nostri confini. Il momento è ben studiato: approfittiamo del nervosismo che regna a Londra fra gli sceicchi del petrolio, gli oligarchi russi e gli altri nababbi, preoccupati che la Brexit tagli fuori dall’Europa le loro attività finanziarie. Diversi Paesi sono impegnati da anni a fare da calamita ai ricchi, non solo il Regno Unito ma anche la Spagna, il Portogallo e altri. Adesso ci proviamo pure noi, pur fra le polemiche, perché il trattamento fiscale proposto è davvero molto generoso e il rischio di abusi non manca.

 La novità è operativa da subito ed è stata introdotta dall’ultima legge di Bilancio. Si tratta di una «flat-tax» o imposta fissa per i Paperoni: se verranno ad abitare in Italia, ai ricchi basterà pagare un forfait di 100.000 euro all’anno, e se ci sono un coniuge e dei figli con redditi separati, questi potranno godere della stessa agevolazione versando altri 25.000 euro a testa. Trattamento garantito per 15 anni.

 

L’obiettivo è che assieme alle persone arrivino in Italia anche le loro attività economiche. Milano spera che le banche d’affari della City di Londra, pronte all’emigrazione post-Brexit, si trasferiscano nei grattacieli meneghini anziché in Irlanda o a Francoforte. Anche il progetto di espansione edilizia a Roma nella zona del nuovo stadio è legato, in parte, a questo retropensiero.

 

Per evitare che ad approfittare della super-agevolazione fiscale siano degli italiani che fanno finta di trasferirsi all’estero e poi «tornano» senza mai essersi allontanati, l’imposta fissa viene concessa solo a chi nei precedenti 10 anni abbia pagato per almeno 9 anni le tasse all’estero. Resta comunque il timore che si trovi il modo di aggirare il vincolo.

 

Ma c’è poi tutta questa voglia da parte degli stranieri ricchi di arrivare in Italia? Giancarlo Bracco, fondatore di ImmobilSarda (case di lusso in Gallura) e per anni promotore della legge attira-Paperoni, dice che «secondo uno studio di Hong Kong ci sono milioni di nuovi ricchi in Asia, in Sud America e nell’Est Europa che vorrebbero trasferire le famiglie in Occidente, perché la qualità della vita nei loro Paesi non raggiungerà i livelli occidentali se non fra trent’anni. E l’Italia risulta terza in Europa come meta ideale». Esiste già una tradizione di ricchi inglesi o americani innamorati della Toscana (Chiantishire) come ad esempio il cantante Sting (ex Police), o di scrittori e intellettuali assortiti che puntano su Roma o più a Sud (tipo Gore Vidal che è vissuto per decenni in una reggia a Ravello). Poi sono arrivati i russi ricchi a comprare la seconda casa a Forte dei Marmi e la terza casa sulla Costa Smeralda davanti alla Versilia, così da fare la spola in yacht fra una magione e l’altra. Ora la speranza è di attrarre nuove ondate.

 

Reazioni politiche. Positivo Matteo Renzi: «Ci sono super ricchi che mettono la residenza fuori e pagano le tasse fuori. Tu li chiami alla possibilità di avere una tassazione fissa se investono in Italia. Questo può portare capitali stranieri». Negativo l’ex ministro della Finanze Vincenzo Visco: «La flat tax è un’altra delle stravaganze di Renzi. Pensa di fare concorrenza agli inglesi sul loro terreno, dopo la Brexit, ma la concorrenza fiscale a tutti i costi crea solo un mondo di diseguaglianze, alimentando il populismo». Negativo, ma per ragioni opposte, anche Matteo Salvini (Lega Nord): «Bene la flat tax. Ma perché applicarla solo ai ricchi stranieri? La Lega propone un’aliquota unica al 15% per tutti gli italiani».

LA STAMPA

 

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