Il giudice e la bambina

Mattia Feltri
 

Nell’aprile del 2010 una coppia di Casale Monferrato rincasa con la bimbetta. È una coppia particolare: Luigi Deambrosis ha 68 anni, Gabriella ne ha 56. La figlia Viola ha venti giorni. I due salgono in casa a portare la spesa e lasciano la bimba in macchina qualche minuto. È sufficiente perché un vicino allerti la polizia. Viola finisce in istituto, e i genitori sono accusati di abbandono di minore. Saranno poi assolti, ma intanto le procedure per l’affido sono partite: il tribunale dei minori dichiara Viola adottabile in primo, secondo a terzo grado. Partita persa. Ma il nuovo avvocato della coppia riesce nel miracolo di ottenere un nuovo pronunciamento della Cassazione, che cassa la Cassazione precedente. Vi state perdendo? Abbiate pazienza, il bello (il brutto) deve venire. Il caso torna in Appello.

 Ai giudici si chiede di tenere conto dell’assoluzione per l’abbandono, diventata definitiva, e di trascurare pregiudizi sull’età dei genitori. Ora è arrivata la nuova sentenza. Viola deve rimanere nella famiglia cui nel frattempo è stata affidata e nella quale è cresciuta perché ha sette anni, e dopo tanto tempo è giusto che resti lì. Conclusione: la piccola fu sottratta a padre e madre per un reato mai commesso, e non gli viene restituita perché la giustizia ci ha messo sette anni per rendersene conto. Ormai è troppo tardi. Oppure è troppo, e basta.
LA STAMPA

 

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