Wall Street in rialzo, tassi dei Treasury e dollaro in netto calo

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tassi dei titoli di Stato Usa su tutte le scadenze hanno registrato un deciso calo. Il tasso del Tbond biennale, considerato il più sensibile alle decisioni di politica monetaria, è passato da 1,39 a 1,33 per cento. L’euro dollaro (qui il grafico di giornata) si è nettamente rafforzato sul dollaro attestandosi oltre quota 1,07. La Borsa americana, moderatamente in rialzo poco prima dell’annuncio, ha accelerato al rialzo (qui il grafico dell’andamento dell’S&P500). Allo stesso modo si è apprezzato l’oro. Questa la reazione dei mercati dopo la decisione della Federal Reserve di alzare i tassi di interesse.

Una stretta sul costo del denaro in linea di principio dovrebbe favorire un rafforzamento del dollaro e un rialzo dei tassi di interesse. Questo non è successo perché la stretta sui tassi era ampiamente scontata dagli investitori (considerata probabile al 90% secondo le quotazioni dei Fed Funds). Ma soprattutto perché la Fed non ha rivisto le proprie previsioni riguardo il ritmo da seguire nel percorso di “normalizzazione” dei tassi imboccato da due anni a questa parte.

Più che a capire se la Fed avrebbe alzato i tassi o meno il mercato era interessato a capire se la banca centrale avrebbe rivisto la sua previsione, annunciata lo scorso dicembre in occasione del precedente rialzo dei tassi, di mettere in atto tre strette sui tassi nel 2017 così come nel 2018. I dati sull’inflazione e sul mercato del lavoro avevano fatto pensare a molti che la Fed volesse dare una accelerazione al processo di “normalizzazione” della sua politica monetaria. Prevedendo ad esempio quattro ritocchi all’insù dei tassi invece che i tre previsti. Così tuttavia non è stato perché la Fed ha confermato le sue intenzioni. La reazione dei mercati si spiega soprattutto alla luce di questa indicazione. Messi da parte i timori su una stretta più rapida, gli investitori mettono in conto un atteggiamento più cauto da parte della banca centrale Usa.

La politica monetaria continuerà ad essere accomodante ha fatto sapere Janet Yellen che ha confermato che la banca centrale continuerà a reinvestire i titoli acquistati negli anni scorsi nell’ambito del programma di Quantitative easing. Ciò dovrebbe aiutare a far si che l’aggiustamento dei tassi sul mercato secondario si mantenga graduale. Il numero uno della Fed ha detto che nel corso del meeting si è parlato di come ridurre il bilancio arrivato alla mastodontica cifra di 4500 miliardi di dollari ma non è stato ancora deciso nulla. Secondo diversi osservatori la riduzione del bilancio sarà un processo che, con ogni probabilità, durerà diversi anni.

«Probabilmente ora l’attenzione si concentrerà sulla riunione del 14 giugno, quando molti si aspettano un ulteriore aumento dei tassi. Tuttavia, dato che la tanto discussa azione di stimolo fiscale da parte dell’amministrazione Trump sembra ancora lontana, riteniamo che la Federal Reserve aspetterà i segnali della prosecuzione della crescita economica, e forse di una ripresa dei salari, prima di affrontare la decisione di giugno» ha commentato Lee Ferridge, responsabile multi-asset strategy per il Nord America di State Street Global Markets.

ILSOLE24OE

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