Usa, Trump ora accusa gli 007 britannici: “Mi hanno intercettato per conto di Obama”
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
NEW YORK – Pur di non rimangiarsi le accuse di spionaggio rivolte a Barack Obama, ora Donald Trump si rifugia in una nuova versione: a spiarlo per conto del suo predecessore sarebbero stati i servizi segreti di Londra. I quali smentiscono subito. È l’ultima puntata nel tormentone del “wiretapping”, le intercettazioni illegali che Obama avrebbe ordinato. “Un Watergate alla Nixon”, lanciò un tweet di Trump due settimane fa. Poi ancora, del suo predecessore: “Cattivo o malato”. Le fonti? Sempre le stesse: oscuri personaggi dell’estrema destra, fabbricanti di fake-news per il sito Breitbart che fino a poco tempo fa era diretto dall’eminenza grigia della Casa Bianca, l’estremista Stephen Bannon. O ancora, nell’ultimo caso: un commentatore di estrema destra intervistato dalla Fox News.
Voci, leggende, illazioni messe in giro da parte di fonti screditate e faziose: ma il presidente non esita ad abbracciarle. L’ultima versione, che chiama in causa l’intelligence britannica, è appunto la trovata di un ex giudice di destra, Andrew Napolitano, che ora lavora come commentatore “esperto” alla Fox News e ne ha parlato su quella rete tv. A dargli un rilievo enorme è stato però il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer. Il quale ha ripreso nel suo briefing quotidiano l’affermazione di Napolitano secondo cui “tre fonti d’intelligence hanno informato Fox News che il presidente Obama è andato al di fuori della catena di comando e non ha usato la Nsa, né la Cia, né l’Fbi o il Dipartimento di Giustizia, ma ha usato la Gchq”. Cioè i servizi alleati, agli ordini del governo britannico. Una bufala che ha un aggancio con una storia antica, quella delle armi di distruzioni di massa di Saddam Hussein, più volte ricordata dallo stesso Trump per screditare l’intelligence Usa quando indagava sui suoi rapporti con la Russia: prima dell’invasione dell’Iraq da parte di George W. Bush e Tony Blair (2003) le bugie sulle armi di distruzione di massa di Saddam furono confezionate da spie inglesi e italiane, poi riprese dalla Cia.
Pronta la replica del portavoce della Gchq, riportata dal Daily Telegraph: “Le recenti accuse rivolte da un commentatore televisivo, il giudice Andrew Napolitano, sul fatto che alla Gchq sia stato chiesto di condurre ‘intercettazionì contro il presidente eletto sono assurdità. Sono totalmente ridicole e dovrebbero essere ignorate”.
Ma è una giornata nella quale Trump ha dovuto incassare smentite ben più pesanti, politicamente. Contro la fandonia delle intercettazioni illegali ordinate da Obama, si sono schierati perfino i maggiorenti repubblicani al Congresso. Le hanno smentite il presidente della Camera, Paul Ryan, nonché il presidente e vicepresidente della commissione di vigilanza sui servizi al Senato, un repubblicano e un democratico. “Nessuna agenzia d’intelligence ha intercettato la Trump Tower durante la campagna elettorale”, hanno detto i due in un comunicato congiunto, biparrtisan. La Casa Bianca è sempre più imbarazzata, il portavoce Sean Spicer non può contraddire il suo presidente, ma quando è incalzato dai giornalisti sul tema scabroso se la cava ripetendo le accuse del presidente, senza aggiungervi né una fonte né un dettaglio nuovo. Alla fine la scappatoia era prevedibile: tirare in ballo qualche servizio segreto straniero,sul quale il Congresso non ha poteri di controllo. Trump ci prova, ma il gioco sta diventando logoro. L’insistenza con cui la stampa lo incalza e insiste ha una ragione precisa: si accumulano così le prove di una menzogna di Stato, ma perpetrata dallo stesso presidente attuale.
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