Chi sono i veri violenti
Il Senato, con un voto trasversale, ha bocciato la decadenza di Augusto Minzolini, condannato in via definitiva per vicende aziendali con la Rai all’epoca in cui dirigeva il Tg1, e finito quindi nel tritacarne della legge Severino, quella per cui un parlamentare condannato deve essere espulso a prescindere dalla vita politica.
L’espediente, per essere più chiari, con cui è stato fatto decadere, nel 2013, Silvio Berlusconi. La vicenda di Minzolini è il paradigma dell’intreccio tra malagiustizia e malapolitica (vi invito a leggere la sua arringa pronunciata ieri in Aula che riportiamo all’interno). E il voto di ieri è una svolta (il Parlamento si riprende la sua autonomia, prevista dalla Costituzione, sul partito dei giudici) che tra l’altro riapre il caso Berlusconi (non è vero che la decadenza di un condannato è automatica ma è una libera scelta degli eletti e quindi fatto politico).
Oggi è un bel giorno per le persone libere e per la democrazia e per questo i grillini sono in lutto: «È un atto eversivo che giustifica reazioni violente del popolo», ha commentato iroso Di Maio, purtroppo vicepresidente della Camera. Mi permetto di ricordare a Di Maio alcune cose. Violento è il calvario giudiziario e mediatico che ha dovuto subire Minzolini per il solo fatto di essere stato nominato direttore del Tg1 dal governo Berlusconi e non aver taciuto le sue idee nel corso del mandato; violento (l’ipocrisia è una forma subdola di violenza) è chiedere le dimissioni di un ministro del Pd, Lotti, raggiunto da un avviso di garanzia per violazione del segreto e difendere a spada tratta la sindaca Raggi che di avvisi di garanzia ne ha ben due (falso e abuso d’ufficio); violento (la vigliaccheria è la violenza dei deboli) è infangare e insultare la gente su un blog che si chiama beppegrillo.it senza doverne rispondere personalmente, sia penalmente che civilmente come capita a qualsiasi comunicatore, perché protetti da scatole cinesi e prestanomi; violenti, e pericolosi, sono l’odio e il ghigno con cui lei ieri ha chiamato i violenti amici suoi (copiando peraltro De Magistris, il sindaco di Napoli pro sfascia-città) a scendere in piazza. Degli italiani hanno deciso che lei, Di Maio, diventasse onorevole. Mi auguro che presto gli italiani – non i magistrati, non i violenti – la rimandino nel nulla da cui è venuto. E prima o poi accadrà.
IL GORNALE