L’ultima ipotesi per la legge elettorale è il Lauricellum: ecco cosa prevede

giuseppe alberto falci
 

A Montecitorio si procede a rilento sulla legge elettorale. La sentenza della Consulta sull’Italicum ha scosso per un attimo i parlamentari di ogni colore. Salvo poi sopraggiungere il congresso del Nazareno e rimandare la questione a data da destinarsi. Il motivo? Confida un deputato Pd: «Se non finisce il congresso non si mette mano a nulla». Ovvero, sceglierà il vincitore su quale legge elettorale puntare. Renzi e i renziani continuano ad invocare il ritorno al Mattarellum o comunque a un sistema di voto di tipo maggioritario capace di garantire governabilità all’indomani delle urne. Altrimenti, annotano, «con la proporzionale si perderebbe il Dna del Pd, ovvero la vocazione maggioritaria».

 SPUNTA IL LAURICELLUM

C’è però chi sotto traccia fra le file del governo, ma senza aver ricevuto il lascia passare da parte del Nazareno, starebbe spingendo per una proposta di legge depositata a Montecitorio. Raccontano che Anna Finocchiaro, oggi ministro per i Rapporti con il Parlamento, madrina della riforma costituzionale Boschi poi respinta dal referendum dello scorso 4 dicembre, dopo aver fatto un giro di consultazioni informali, starebbe spingendo per il cosiddetto Lauricellum.

È lei la vera ispiratrice di questa proposta depositata dal deputato siciliano Giuseppe Lauricella, docente di diritto costituzionale, e molto vicino alla Finocchiaro. Il gruppo parlamentare di Fi guarda con attenzione al Lauricellum. «Non è priva di senso», mette a verbale l’azzurro Lucio Malan. L’idea della ministra è che in commissione Affari Costituzionale si inizi la discussione utilizzando come testo base proprio la pdl del parlamentare palermitano. Proposta che consiste in una soglia di sbarramento del 40% da superare in entrambi i rami del Parlamento al raggiungimento della quale scatterebbe alla Camera il 54% dei seggi (340) e un ritorno a un proporzionale nel caso nessuno raggiunga quel risultato. I capilista restano bloccati e gli sbarramenti prevedono il 3% alla Camera e il 5% al Senato. Tutto ciò fa sì che Berlusconi possa rispondere positivamente alla proposta. D’altro canto, spiegano sotto voce, «il Lauricellum è il ritorno alla proporzionale perché nessuno mai raggiungerà il 40%». Oggi la proposta potrebbe ricevere il sostegno degli azzurri, di larga parte dei democratici e di tutti i cespugli centristi presenti in Parlamento. Da Ncd all’Udc, passando per Gal e l’ala di Denis Verdini. E qualcuno afferma fuori verbale che alla fine anche i cinquestelle saranno d’accordo.

 

IL PARERE DEL COSTITUZIONALISTA

C’è oltretutto un dettaglio che in queste ore continua a far prendere quota alla proposta di Lauricella. Il 2 marzo scorso è stato ascoltato in commissione Affari costituzionali Massimo Luciani, docente di diritto costituzionale e presidente dei costituzionalisti. Durante l’audizione di Luciani, ex saggio di Napolitano e accademico di riferimento degli ex Ds come Luciano Violante e appunto Anna Finocchiaro, ricalca la proposta di Lauricella e ritiene infatti «indispensabile» l’ipotesi di attribuire il premio di maggioranza soltanto al raggiungimento di una soglia sia alla Camera che al Senato. Come appunto scrive Lauricella nella sua proposta. «Un premio – argomenta – deve servire per dare stabilità e maggioranze al sistema. È ovvio che in un sistema perfettamente bicamerale, se c’è una maggioranza garantita alla Camera e non al Senato, o viceversa, il premio resta sine ratione e un premio sine ratione è illegittimo». Dunque, continua Luciani, è indispensabile intervenire. «Perché le leggi elettorali che abbiamo adesso, quelle uscite dalle due sentenze della Corte costituzionale, non possono essere utilizzate, per un verso perché la legge sul Senato è inoperativa, perché non è realmente applicabile – mancano le norme sulle preferenze e non ci sono norme sulla parità di genere – e, per altro verso, perché sono troppo differenziate. Se qualcuno mi spiega come sia possibile andare al voto in queste condizioni, con strategie degli attori politici totalmente differenziate, evidentemente gliene sarò grato». Ai piani di alti Montecitorio sottolineano che l’audizione di Luciani sia più che una spia. E che dietro questa presa di posizione ci sia anche lo zampino di Giorgio Napolitano. «Luciani il più autorevole fra i costituzionalisti», confessano i bene informati. Così muovendosi sotto traccia la Finocchiaro potrebbe riuscire laddove il governo Renzi ha fallito.

LA STAMPA

Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.