Trump-Merkel, incontro teso. Il tycoon: “L’immigrazione è un privilegio, non un diritto”
Era cominciato con una stretta di mano e sorrisi davanti ai fotografi il primo incontro di Angela Merkel e Donald Trump alla Casa Bianca, ma le tensioni non hanno tardato a emergere. Seppure in un clima complessivamente cordiale e di reciproci ringraziamenti, con Trump che ha definito l’incontro «assai produttivo», non sono mancati i momenti di impasse: prima il giallo nello Studio ovale, dove Trump sembra avere ignorato una richiesta di stretta di mano di Merkel; poi vari momenti difficili hanno segnato la conferenza stampa congiunta.
Nonostante i ringraziamenti fatti da Trump e i riconoscimenti alla leadership tedesca – per esempio nell’impegno per la risoluzione del conflitto in Ucraina, nell’impegno in Afghanistan e per il contributo alle spese di difesa nella Nato – la prima stoccata è arrivata a proposito dei migranti. «L’immigrazione è un privilegio, non un diritto», ha affermato Trump all’inizio del punto stampa, sottolineando che «la sicurezza dei nostri cittadini deve sempre arrivare in prima posizione» e «dobbiamo tutelare i cittadini» dalla minaccia terroristica. Punto sul quale con Merkel l’accordo non c’è: su immigrazione e rifugiati abbiamo avuto «uno scambio di opinioni», ha detto la cancelliera tedesca non appena ha preso la parola, a sottolineare la differenza di vedute sul tema.
L’ISOLAZIONISMO
Il gelo poi, esorcizzato da una risata del pubblico in sala, è calato per la battuta di Trump sulle presunte intercettazioni dell’era Obama. Il presidente Usa ha detto di avere «qualcosa in comune» con la cancelliera, alludendo al fatto che secondo lui entrambi sono stati spiati per ordine dell’ex presidente Usa Barack Obama. «Sulle intercettazioni telefoniche della precedente amministrazione, almeno abbiamo qualcosa in comune, forse», ha detto Trump, mentre Merkel, stupita, non si è espressa in merito ed è rimasta impassibile in volto. E Trump ha anche risposto per primo a una domanda che era stata posta a Merkel: «Non so che stampa legga lei, ma il fatto che io sia favorevole all’isolazionismo è una ’fake news’», ha detto il tycoon a un giornalista. «Non credo nelle politiche isolazioniste ma credo in una politica di commercio equo e negli ultimi anni gli Stati Uniti sono stati trattati in modo ingiusto», ha aggiunto.
LE INTERCETTAZIONI
Quanto alla domanda finale di un reporter sulla questione del coinvolgimento dei servizi segreti britannici nelle presunte intercettazioni alla Trump Tower sotto l’amministrazione Obama, Trump ha rimandato a Fox News: «Noi non abbiamo detto nulla, è una dichiarazione di un legale fatta a Fox News, chiedete a Fox», ha risposto. Il riferimento è al fatto che ieri il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, ha citato il commento di un analista di Fox News, Andrew Napolitano, che aveva suggerito appunto un coinvolgimento del GCHQ britannico nelle presunte intercettazioni di Trump sotto la presidenza Obama. L’agenzia aveva replicato definendo «ridicole» le accuse e poi un portavoce del governo di Londra aveva fatto sapere di avere ricevuto da Washington rassicurazioni che accuse del genere non si ripeteranno più.
GLI ACCORDI ECONOMICI
Merkel non ha mancato di sottolineare gli aspetti economici che le stanno a cuore: «Spero che possano riprendere i negoziati con gli Stati Uniti per l’accordo di libero scambio Ttip con l’Unione europea». In linea generale, pur notando alcune «divergenze di vedute», la cancelliera ha sottolineato che «come avevo già detto, sono convinta che è meglio parlarsi l’uno con l’altro piuttosto che parlare gli uni degli altri».
SULLA NATO
Vicinanza sul tema caldo della Nato. Trump, dopo avere sottolineato che «degli Stati Uniti forti vanno nell’interesse del mondo intero», ha ribadito la sua richiesta di un maggiore impegno degli Alleati per le spese di difesa, ringraziando in tal senso la Germania per il suo apporto: «Ho ribadito a Merkel l’impegno inossidabile per la Nato» ma anche «la necessità che i membri della Nato contribuiscano con la giusta quota alle spese di difesa», ha detto l’inquilino della Casa Bianca. E Merkel ha fatto eco sul tema, assicurando che i partner dell’Alleanza «continueranno a lavorare» per incrementare il loro contributo alla difesa comune.
L’IMMIGRAZIONE
Clima cordiale, dunque, ma non privo di tensione. L’incontro, d’altra parte, giunge dopo mesi di scaramucce a distanza. Uno dei temi di scontro era stato già in passato quello dell’immigrazione. Trump aveva definito «un errore catastrofico» la decisione di Merkel di permettere l’ingresso di migliaia di rifugiati in Germania e in passato ha anche minacciato di imporre delle tariffe ai produttori di auto tedeschi che importano nel mercato Usa, oltre ad avere criticato Berlino per il fatto che non spende di più nel settore della Difesa. Merkel, dal canto suo, aveva criticato il “travel ban” di Trump che ha preso di mira i cittadini di diversi Paesi a maggioranza musulmana, e in una telefonata a gennaio aveva fatto presente al presidente Usa che la Convenzione di Ginevra obbliga i firmatari, fra cui Washington, ad accogliere i rifugiati di guerra per motivi umanitari.
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