Auto sulla folla e blitz col coltello, attacco al Parlamento di Londra
Un’auto a tutta velocità contro la folla, come i camion di Nizza e berlino. L’agente Keith Palmer accoltellato a morte, come i due poliziotti di Magnanville, vicino a Parigi. Una data simbolica, il 22 marzo, come Bruxelles nel 2016. È la trama dell’ultimo folle attacco terroristico nel cuore dell’Europa. E sembra scritta prendendo pezzi di copione degli ultimi attentati. Una tragica serie che aggiunge altri quattro nomi al lungo elenco delle vittime del terrorismo. Che pare non avere mai una fine. Parigi, Bruxelles, Berlino, ora di nuovo Londra, che pure era stata vittima di attentati minori dopo le bombe del 2005 nel metrò. Piove ancora sangue sulle capitali europee, colpite nei loro luoghi più sensibili e più simbolici.
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Questa volta è successo sotto il Big Ben, fra i turisti. Proprio davanti al Parlamento londinese, durante una seduta super-affollata con il primo ministro Theresa May in Aula. Erano le due e mezza del pomeriggio (le tre e mezza in Italia). Una Hyundai grigia che accelera lungo il ponte di Westminster, raggiunge gli 80 chilometri orari e sale sul marciapiede.
Un botto, poi un altro e un altro ancora. La folla che corre disperata in tutte le direzioni. «Ho visto scappare almeno una settantina di persone» racconterà poi un testimone. Una donna finisce nel Tamigi, non si sa se sbalzata dal mezzo oppure se in fuga per evitare di essere colpita. Viene ripescata viva, ma in gravissime condizioni. L’auto-ariete finisce la sua corsa schiantandosi contro la cancellata del Parlamento. Lungo il ponte almeno quaranta pedoni restano sdraiati a terra, feriti. Ci sono anche tre liceali francesi, una ragazza di Bologna che vive da sei anni nella capitale inglese e una donna di Roma: la ragazza bolognese se la caverà con alcune escoriazioni, mentre la donna romana è ricoverata in ospedale. Per altri tre pedoni, invece, non c’è niente da fare. La quarta vittima è Keith Palmer, un agente addetto alla sicurezza, intervenuto con un collega per impedire al killer di entrare nel cortile del Parlamento. Si è accasciato a terra subito dopo esser stato accoltellato. Inutile il tentativo di Tobias Ellwood, sottosegretario agli Esteri, di salvarlo con una respirazione bocca a bocca: in una manciata di minuti il suo corpo era già coperto da un telo rosso. A pochi metri di distanza il suo carnefice, ferito dai proiettili sparati da altri poliziotti in borghese. Morirà più tardi in ospedale.
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Un uomo sulla quarantina, vestito di nero, «dai tratti asiatici» secondo le prime confuse testimonianze. Talmente confuse che per un paio di ore sembrava che i terroristi fossero due. Voci incontrollate. «Ce n’era uno bianco, calvo, e uno di carnagione scura con il pizzetto». Motivo per cui si è temuto che il secondo uomo fosse in fuga verso il Parlamento. «C’è una bomba nell’auto, ecco perché non ci fanno uscire» il passaparola tra i deputati bloccati a Westminster. La seduta è stata subito sospesa (ma oggi riprenderà regolarmente) e l’edificio è rimasto in «lockdown» fino a sera, il tempo per assicurarsi che non c’era più alcun pericolo: né uomini in fuga né esplosivo nell’auto. «Abbiamo sentito gli spari e ci siamo buttati a terra. È stata una scena surreale» ha raccontato David Davis, segretario di Stato incaricato di gestire la Brexit. «Uno choc assoluto» per il deputato laburista Jon Ashworth, chiuso nelle stanze di Westminster.
Theresa May è stata immediatamente portata in salvo a bordo di una Jaguar blindata. Direzione Downing Street, dove ha subito convocato una riunione del Cobra, il comitato di emergenza sulla sicurezza. In serata ha condannato l’attacco: «Un atto disgustoso e odioso». Blindato anche Buckingham Palace, con la Regina – pare – asserragliata all’interno. Il London Eye, la celebre ruota panoramica, ha improvvisamente smesso di girare, i turisti intrappolati nelle cabine a 135 metri di altezza. La Metropolitan Police ha diffuso un appello via Twitter ai cittadini in possesso di immagini e video dell’attacco per ricostruirne l’esatta dinamica. Anche se Scotland Yard ha immediatamente parlato di «attacco terroristico» è ancora presto per chiarire i legami del killer e definire la matrice dell’attentato. A ieri sera non era arrivata ancora nessuna rivendicazione, solo le solite «esultanze» su alcuni siti jihadisti. Fonti dei servizi di sicurezza europei hanno rivelato che negli ultimi due giorni è stata notata un’attività «più intensa del solito» su alcune chat jihadiste, in concomitanza con l’annuncio del bando di pc e tablet sui voli diretti verso Usa e Regno Unito provenienti da alcuni Paesi musulmani. Le modalità d’azione, con un’auto ariete e l’assalto coltello alla mano, fanno privilegiare agli investigatori la pista del killer «ispirato dalla propaganda dell’Isis». L’ennesimo «lupo solitario».
Trump ha telefonato a Theresa May offrendo l’assistenza Usa per le indagini e dagli altri leader europei è arrivata la solidarietà a Londra. «L’Italia è vicina al popolo e al governo britannico» ha detto il premier italiano Paolo Gentiloni. «Il terrorismo – allarga le braccia François Hollande, che durante il suo mandato ha visto la strage di Charlie Hebdo e quelle nella notte del Bataclan – ci riguarda tutti».
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