La giornata di Francesco a Milano

Papa Francesco e l’arcivescovo di Milano Angelo Scola

andrea tornielli
città del Vaticano

Dieci ore e mezza di permanenza nella metropoli meneghina con un programma fittissimo di impegni che già di per sé dice molto delle priorità di Francesco. La visita a Milano che il Papa inizia questa mattina si apre con un appuntamento inedito. Bergoglio entrerà in città varcando la soglia di tre appartamenti del Lotto 64 (Case Bianche) di via Salomone, periferia Est di Milano, un blocco di palazzoni di edilizia popolare dove abitano più di 400 famiglie e diverse case occupate. Prima di arrivare al Duomo, l’abbraccio e la vicinanza del Pontefice andranno a tre famiglie che vivono il dolore della malattia, il disagio sociale o che appartengono a culture e religioni diverse. Un modo per dire che Milano, come ogni città, deve saper includere, senza dimenticare nessuno, senza scartare chicchessia. Emblematica in questo senso è anche la tappa centrale della giornata milanese di Francesco, il pranzo e la lunga sosta a San Vittore, dove si fermerà a incontrare i carcerati lontano dalle telecamere e senza il seguito. Dopo pranzo Bergoglio rimarrà nell’istituto di pena anche per una breve siesta prima di riprendere il cammino verso Monza.

 

«Periferici» e carcerati sono dunque tra le priorità di una visita che, a differenza dei precedenti viaggi papali nel capoluogo lombardo, ha come unica ragione e scopo un incontro con la realtà ambrosiana. Giovanni Paolo II venne due volte a Milano, nel maggio 1983 e nel novembre 1984: la prima in occasione del Congresso Eucaristico nazionale, la seconda per celebrare il quarto centenario della morte di Carlo Borromeo, il santo del quale il Papa portava il nome. In entrambi i casi si era trattenuto in città per tre giorni e il motivo della visita era un avvenimento o una celebrazione speciale. Anche Benedetto XVI, che ha visitato Milano nel giugno 2012, era arrivato a motivo dell’incontro internazionale delle famiglie. Anche lui si era fermato a Milano tre giorni.

 

Francesco ha scelto di andare e tornare in giornata in ogni sua visita in Italia. La permanenza più breve impone delle scelte e quelle che il Pontefice argentino ha fatto sono significative. Non sono previsti incontri con il mondo dell’imprenditoria e della finanza, e nemmeno con il mondo della cultura e dell’università. Ma ci sono le tappe nella periferia e nel carcere. «La realtà si vede meglio dalla periferia che dal centro», ha spiegato Francesco in un’intervista rilasciata a un bollettino parrocchiale di Villa la Càrcova, baraccopoli alla periferia di Buenos Aires : «Normalmente noi ci muoviamo in spazi che in un modo o nell’altro controlliamo. Questo è il centro. Nella misura in cui usciamo dal centro e ci allontaniamo da esso, scopriamo più cose». Il credente che ha nostalgia di Dio, ha detto nell’omelia dell’Epifania il 6 gennaio 2017 , lo cerca «come i Magi, nei luoghi più reconditi della storia, perché sa in cuor suo che là lo aspetta il Signore. Va in periferia, in frontiera, nei luoghi non evangelizzati, per potersi incontrare col suo Signore; e non lo fa affatto con un atteggiamento di superiorità, lo fa come un mendicante che non può ignorare gli occhi di colui per il quale la Buona Notizia è ancora un terreno da esplorare». Gli occhi di coloro che sono nel bisogno.

 

Dopo le Case Bianche, il Duomo. Qui, a metà mattina, Francesco incontra i preti ambrosiani, i religiosi e le religiose, rispondendo per un’ora alle loro domande, secondo uno schema già ripetuto più volte in tante occasioni e in tanti viaggi già da Papa Ratzinger. Dopo il pranzo a San Vittore, l’evento centrale della giornata, al quale sono invitati i fedeli di tutta la Lombardia, sarà la messa al parco di Monza. Infine, di ritorno dalla messa, il Papa rientrerà in città per dirigersi a San Siro, dove lo aspettano migliaia di ragazzi e ragazze della cresima con i loro catechisti e genitori. Anche qui risponderà ad alcune domande. Non sono previsti incontri ufficiali con le autorità politiche, tranne un saluto all’arrivo a Linate, dove Bergoglio troverà a riceverlo, insieme al cardinale Scola, il sindaco Giuseppe Sala e il presidente della Regione Roberto Maroni. Non ci saranno tappeti rossi – il Pontefice ha espressamente detto di non volerne – ma a dare il benvenuto saranno le campane delle migliaia di chiese appartenenti alle 1.107 parrocchie della diocesi. Prima di lasciare l’aeroporto Francesco incontrerà in un settore riservato una rappresentanza dei dipendenti della società che gestisce lo scalo e dei vari corpi dello Stato che lavorano in aeroporto e le loro famiglie.

 

Papa Francesco era stato invitato a partecipare a Expo 2015, ma aveva declinato l’invito, assicurando però che avrebbe visitato Milano dopo la conclusione dell’esposizione internazionale. Era stata fissata (e annunciata) la data di maggio 2016, ma all’inizio dell’Anno Santo straordinario della Misericordia il Pontefice aveva poi deciso di cancellare tutte le visite in Italia a motivo degli impegni giubilari. Così si è rimandato di quasi un anno. L’arrivo del Papa avviene quattro mesi dopo il compimento dei 75 anni dell’arcivescovo Angelo Scola. Inizierà a breve l’iter per arrivare alla scelta del successore.

LA STAMPA

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