Un’altra Europa: oggi tutti i 27 Stati firmano la dichiarazione di Roma

E’ il giorno dell’Europa. In una città blindata dopo l’attentato di Westminster e a rischio disordini provocati dai soliti black bloc, si commemorano i 60 anni dei Trattati di Roma, prima pietra dell’Unione Europea oggi così a rischio per le spinte populiste e euroscettiche che percorrono i 27 paesi aderenti e dopo la Brexit che, a partire dai prossimi giorni, porterà il Regno Unito fuori dall’Ue. I 27 leader dei paesi europei si ritroveranno stamattina, intorno alle 10 prima in Campidoglio, per la commemorazione solenne dei Trattati, poi al Quirinale dove alle 13.30 saranno ospiti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Poche centinaia di metri di distanza dal Municipio di Roma e dalla residenza ufficiale del Capo dello Stato, ma tutt’intorno ci sarà una strettissima sorveglianza da parte di oltre 5000 uomini delle forze dell’ordine. In campo anche gli 007 che monitoreranno eventuali tentativi di infiltrazione da parte di terroristi e controlleranno costantemente social network e comunicazioni telefoniche cellulari per scongiurare qualsiasi rischio di attentato.

MAPPA Zone di sicurezza, cortei e sit-in

In diversi punti della capitale sono previste manifestazioni di protesta contro il vertice europeo che, nelle intenzioni dei 27 paesi e per quello che è emerso finora dalla “bozza del documento finale” dovrà portare, sia pure in una forma più “liquida”,  a ribadire l’indivisibilità conclamata dell’Europa, dell’Unione Europea e dell’euro, pur lasciando spazio ad un Vecchio Continente che possa anche marciare “a due velocità”. I leader europei ci proveranno oggi in Campidoglio, quando alle 10 del mattino nella sala degli Orazi e Curiazi – davanti al documento originale protetto in una teca del Trattato siglato a Roma nel 1957 – firmeranno la Dichiarazione di Roma, il testo chiamato a restituire slancio nei prossimi 10 anni all’integrazione europea anche con Paesi che vanno avanti a piccoli gruppi – l’Europa a più velocità o delle cooperazioni rafforzate – come avvenuto per euro e Schengen.

Ormai una necessità, quella del rilancio dell’integrazione, per riconquistare l’affetto dei cittadini,rispondendo alle loro aspettative e ridare fiato all’Unione dopo la Brexit e di fronte al rischio dei populismi, domestici o proveniente da Usa e Russia. Il documento dopo la maratona diplomatica degli ultimi giorni dovrebbe essere firmato da tutti i Ventisette. Ieri è rientrato il no della premier polacca Beata Szydlo e i leader si aspettano che cada anche la riserva di Alexis Tsipras, le cui preoccupazioni più che essere legate al testo riguardano il negoziato per il nuovo salvataggio di Atene. Saranno così quattro i punti sui quali i leader europei – ovviamente sarà assente la divorzianda Theresa May – proveranno a ripartire lanciando l’Agenda di Roma: sicurezza e migranti, Europa sociale, difesa comune e riforma dell’area euro.

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La capitale sarà blindata come non mai per un evento la cui organizzazione è seconda solo al Giubileo, in Campidoglio arriveranno trenta delegazioni tra leader e capi delle istituzioni europee che davanti a 1.200 giornalisti accreditati celebreranno i 60 anni di successi dell’Unione e guarderanno alle sfide che la attendono in un momento delicatissimo per il suo futuro.

Ieri c’è stato un primo importante appuntamento, quello con papa Francesco a cui hanno partecipato tutti i leader europei. Bergoglio ha ribadito il fatto che “Non si pieghino ideali fondativi alle necessità economiche” e ha ammonito i paesi aderenti a difendersi dalle “spinte centrifughe” e dai muri: “Solidarietà è l’antidoto più efficace ai moderni populismi”, ha dettom invitando a costruire “società autenticamente laiche”.

REP.IT

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