Borse in rosso con stop a Trump, dollaro ai minimi da novembre
–di A.Fontana e P.Paronetto
Avvio di settimana nel segno delle vendite per le Borse europee (qui gli indici principali), che si sono allineate al generale trend negativo dopo lo stop alla riforma sanitaria del presidente americano Donald Trump, che mette in dubbio la capacità dell’amministrazione Usa di realizzare le riforme economiche promesse. Sul finale gli indici hanno comunque limitato i danni: a Piazza Affari il FTSE MIB ha terminato la giornata in calo dello 0,32%. Giornata negativa in particolare per i titoli più esposti nei confronti del dollaro, sceso ai minimi da novembre contro l’euro. In generale, il flop dell’amministrazione Trump ha innescato un allontanamento dal rischio sui mercati finanziari con vendite su azionario e dollaro e acquisti su oro e titoli governativi.
Il dollaro scende ai minimi da novembre
Nel dettaglio, sul mercato valutario il dollaro è sceso ai minimi da oltre quattro mesi nei confronti dell’euro. La moneta unica europea è indicata a 1,0882 dollari contro 1,0798 venerdì sera. Per il biglietto verde si tratta del livello più basso dall’11 novembre 2016. La corsa agli investimenti rifugio premia anche lo yen, in rafforzamento a 110,53 dollari (111,34), mentre l’euro/yen e’ stabile a 120,27 (120,22).
Buzzi e Cnh soffrono il dollaro in ritirata
Tornando all’azionario, le vendite hanno colpito in primo luogo i titoli delle società esposte sul biglietto verde Usa come Buzzi Unicem e Cnh Industrial. il gruppo cementiero piemontese giovedì approverà i risultati definitivi del 2016 e, stando ai preliminari diffusi a marzo, ha riportato ricavi a 2,66 miliardi di euro (in linea con il 2015): il fatturato complessivo realizzato negli Stati Uniti è stato pari a 1,11 miliardi di euro. Calo superiore al 2% anche per Cnh Industrial, il gruppo di macchine per l’agricoltura e per le costruzioni: su circa 25 miliardi di dollari di fatturato 2016, l’impatto dell’area Nafta (Usa, Canada, Messico) è stato di 6,2 miliardi con circa 5 miliardi di ricavi realizzati negli Usa. L’esposizione agli Usa piega anche StMicroelectronics, venerdì tra i protagonisti grazie alla guidance alzata da Infineon, e Fiat Chrysler Automobiles.
Ferrari e Telecom in prima fila sul Ftse Mib
In controtendenza Telecom Italia favorita da una raccomandazione positiva di Macquarie. Gli analisti sono concentrati sulla decisione dell’Agcom di bocciare la recente pratica degli operatori di telefonia fissa di fissare in 28 giorni (anziché un mese) il periodo di fatturazione dei servizi mentre l’Authority ha indicato che 28 giorni sono invece un periodo accettabile per la telefonia mobile. «La decisione dell’Agcom – scrivono gli analisti di Icbpi – è negativa per Telecom Italia che a fine febbraio aveva annunciato dal 1/4/17 il passaggio alla fatturazione a 28 giorni dei servizi di rete fissa. Tale variazione avrebbe comportato un aumento su base annua dell’8.6%.
La reazione delle associazioni di categoria (Assotelecomunicazioni-Asstel), che hanno annunciato l’impugnazione del provvedimento, lascia ancora aperti gli spazi per una soluzione favorevole alle compagnie telefoniche». Tra i big del listino spicca però soprattutto Ferrari (+1,6%) dopo l’affermazione della “Rossa” nel primo Gran Premio stagionale di Formula 1 in Australia con la vettura di Sebastian Vettel. Con questa performance il titolo del Cavallino Rampante aggiorna ulteriormente i massimi storici a Piazza Affari sopra quota 67 euro per azione. In evidenza anche Banca Mediolanum grazie alla raccomandazione positiva di Citi. In tenuta Ternae A2a.
Realizzi sull’editoria, Generali cauta dopo speculazione M&A Zurich
Dopo essersi messa in evidenza in avvio Italgas , già venerdì tra i migliori dopo i conti 2016 e l’ingresso nell’azionariato di Norges Bank tra i soci rilevanti, ha poi dovuto cedere il passo ai realizzi. In ripiegamento le Generali che nel finale dell’ultima seduta aveva beneficiato, oltre che delle indiscrezioni sull’avanzamento dei progetti di uscita da alcune aree geografiche, della speculazione da M&A dopo che il management di Zurich ha annunciato l’intenzione di chiedere ai soci un ampliamento delle deleghe per un aumento di capitale fino a 45 milioni di azioni (13 miliardi ai prezzi di venerdì): la mossa è stata interpretata in funzione di nuove acquisizioni anche se il gruppo svizzero, al Sole 24 Ore, ha poi smentito un interesse specifico per il gruppo di Trieste. Positiva Banca Mediolanum premiata dagli analisti di Citi.
Tempo di realizzi sui titoli dell’editoria più in vista nelle ultime settimane. Le vendite colpiscono in primis le azioni de Il Sole 24 Ore dopo il +120% messo a segno dal titolo del gruppo (di cui fa parte anche l’agenzia Radiocor Plus) in seguito al cambio della guardia nella direzione editoriale e all’avvicinarsi del momento della verità dell’aumento di capitale. Correzione più contenuta (-1% al momento ma con un -4,3% di minimo in mattinata) per le Rcs Mediagroup balzate nel pomeriggio di venerdì dopo che l’imprenditore Diego Della Valle (lo scorso anno in cordata con Mediobanca, Pirelli, Unipolsai e Investindustrial per l’opa sconfitta dalla offerta di Urbano Cairo) è tornato ad investire sul titolo rilevando lo 0,3% e rafforzandosi al 7,6% del capitale. Secondo una casa di investimento, «L’incremento della partecipazione potrebbe anche essere legato allo ‘smontamento’ del pacchetto azionario acquisito da International Media Holding (2,2%) durante il periodo d’opa. Venerdì il titolo ha raggiunto il prezzo di 1,2 euro equivalente al prezzo di carico della partecipazione di Mediobanca» che ha dichiarato di voler cedere la sua quota. Nelle ultime tre settimane, spinte dal ritorno all’utile nell’esercizio 2016, le Rcs hanno guadagnato il 50%
circa in Borsa.
Corre ancora Stefanel (+32% dopo il balzo vicino al 50% di venerdi’ seguito all’accordo sulla ristrutturazione del debito del gruppo dell’abbigliamento) mentre e’ in chiara flessione Italia Independent (-3,8%) a causa di risultati 2016 deludenti. Niente scosse per Sogefi dopo le indiscrezioni sul possibile scorporo della divisione filtri in vista di una integrazione di questa attivita’ con la concorrente Ufi filters.
BTp: spread con Bund chiude in lieve calo a 180 punti base
Chiusura in lieve calo per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale tra il decennale italiano (Isin IT0005210650) e quello tedesco di pari durata si è attestato nel finale a 180 punti base, dai 181 punti di venerdì. In calo al 2,21%, dal 2,24% del riferimento, il rendimento dei decennali italiani.
(Il Sole 24 Ore Radicor Plus)