La strage online
Come si faceva a non aprirlo? Era lì, invitante, morboso il giusto: il video della donna di Caltagirone felice davanti al compagno per la bellissima domenica, poche ore prima che lui l’ammazzasse. Lo si è aperto, lo si è visto e si è aggiunta un po’ d’ansia all’ansia. Ma che succede? Da giorni si va avanti così: il padre uccide i bimbetti di 2 e 4 anni e si butta nel burrone, l’avvocato spara quindici colpi al cliente, il ragazzo accoltellato in discoteca, quello orrendamente massacrato ad Alatri, l’uomo di Pinerolo che ha tagliato la gola alla moglie, quello che l’ha tagliata alla madre a Casal Palocco. E poi le rapine: l’ultima a Budrio, il barista fatto fuori e la caccia all’assassino.
L’espressione perfetta, in giorni così, è Far West. E anche allarme sicurezza. E ce n’è un’altra, in genere più nascosta: effetto pitbull. C’è stato un tempo in cui giravamo controllando che dietro l’angolo non spuntasse un pitbull pronto a saltarci al collo. Si chiedeva lo sterminio dei pitbull come talvolta si chiede la reintroduzione della pena di morte, con la sbrigativa leggerezza di chi offre soluzioni a due soldi. E quindi, detto che tutti i casi sopra elencati sono ugualmente terribili, e che la legge sulla legittima difesa non funziona, va aggiunto che gli omicidi in Italia calano ininterrottamente dal 1992, quando furono quasi tremila e cinquecento; nel 2016 sono stati un po’ più di quattrocento. Le rapine – in casa, nei negozi, nelle strade – diminuiscono da tre anni. Sapete che aumentano? Le truffe online. Appunto.
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