La nuova strategia di Renzi: fuga dai faccia a faccia in tv per non inflazionarsi

amedeo la mattina
ROMA

Chi insegue, anche con affanno, ha tutto l’interesse a partecipare agli eventi televisivi con l’inseguito. Matteo Renzi invece snobba i competitori Andrea Orlando e Michele Emiliano che di faccia a faccia in tv ne vorrebbero tanti. «Uno ogni settimana, oltre a quello di Sky» del 26 aprile, propone il ministro della Giustizia che stuzzica e sfida il suo ex premier: «Se Renzi si sente così forte sono sicuro che me ne concederà altri». Matteo non ci pensa proprio. Ha già rifiutato l’invito di Enrico Mentana, Bruno Vespa e Lucia Annunziata. Ha detto di no al direttore del Tg1 Mario Orfeo, che sembra l’abbia presa molto male. «Vi mando Maurizio Martina, fa parte del ticket: io gioco in squadra», è la strategia di Renzi. Poche uscite quotidiane, non più di una o due, mirate, di «qualità». Non il profluvio di interviste, dichiarazioni, iniziative ubique, conferenze stampa come è successo nella campagna elettorale per il referendum. Con il risultato di avere mobilitato tutti quelli che ce l’avevano con lui e sono andati a votare, affossando la riforma costituzionale.

 

«Matteo è un grande comunicatore, non ha bisogno di inflazionare la sua presenza sullo schermo e sui giornali con qualche frasetta qua e là. Meno fa, meglio è, e poi deve parlare dei problemi degli italiani, non mettersi a replicare agli altri». A spiegare è Michele Anzaldi, odiato in Rai per le sue accuse lanciate come magli infuocati verso i piani alti di Viale Mazzini. È lui il nuovo stratega del Renzi versione meno chiacchierone. Anzaldi pensa che sia meglio limitare il confronto a tre all’appuntamento su Sky. Una roba «fatta bene», con un forte battage pubblicitario, in un grande studio come quello di X Factor. Un vero evento attorno al quale costruire, prima durante e dopo, una comunicazione completa, organica, capillare.

 

«Renzi scappa», dice Emiliano. «Renzi ha paura», aggiunge Orlando. La loro tesi è che Matteo voglia tenere bassa la comunicazione sulle primarie del 30 aprile, «quando potranno votare tutti e non solo i tesserati mossi dai capibastone». Non vuole che vadano in molti perchè potrebbe verificarsi l’effetto-referendum: svegliare la corsa a votare contro di lui. Insomma, sostengono gli avversari, teme che il voto libero aumenti il consenso degli avversari. «Gli basta un milione di votanti», affermano nei comitati elettorali di Orlando ed Emiliano. Fare il confronto a tre solo su Sky, che ha un audience limitata, per lui è perfetto.

 

«Ma come – dicono in Rai – non era Anzaldi che diceva che Renzi è come la Coca Cola? Tutti la vogliono. Ora che fa? La toglie dagli scaffali». Sono queste le battute negli studi televisivi dove si vorrebbe avere la Coca Cola contro gli altri due: «Chi è il portavoce di Anzaldi? Renzi, no?». «Il primo grande risultato della strategia della comunicazione di Renzi è avere creato un nuovo leader: Anzaldi». Il quale manda in Tv Richetti, propone Martina, centellina Matteo, non ha ancora risposto ad una lettera che gli ha mandato la Annunziata. A questo punto in Rai e dentro La7 si fanno la domanda: perchè Orlando ed Emiliano dovrebbero accettare di stare al gioco di Renzi? Perchè dovrebbero presentarsi il 23 aprile nello studio di In Mezz’ora e discutere con Martina?

 

Ma c’è una domanda ancora più insidiosa e politica che si aggira nel Pd: le percentuali del voto nei circoli che danno Renzi a circa 68% sono quelle in base alle quali si faranno le liste elettorali? Orlando (25,4%) ed Emiliano (6,3%) dicono di no e infatti sostengono che la vera corsa è quella del 30 aprile. Renzi invece sembra non pensarla così. Anzi ritiene che il congresso sia bello che finito.

LA STAMPA

 

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