Patto con Mosca e addio Nato, ecco la politica estera dei grillini

ilario lombardo
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A leggere i risultati del voto sul programma di Esteri di Beppe Grillo, il popolo dei 5 Stelle vuole un mondo meno globalizzato. Sarà il vento che ha portato Donald Trump alla Casa Bianca che soffia sulla vecchia Europa, ma le prime tre priorità votate dai 23 mila iscritti certificati del M5S sulla piattaforma Rousseau parlano la lingua del sovranismo. Primo punto, il più votato dei dieci sottoposti al referendum online, è il contrasto ai trattati internazionali di libero scambio, il Ttip, tra Ue e Stati Uniti, e il Ceta, tra Ue e Canada.

Ma è il secondo punto più votato forse il più importante. Intitolato «Sovranità e indipendenza», contiene la chiave per comprendere la logica grillina delle relazioni internazionali che, scrivono i 5 Stelle, «si basano sul rispetto dell’autodeterminazione dei popoli, la sovranità, l’integrità territoriale e sul principio di non ingerenza negli affari interni dei singoli Paesi». Solo così si possono comprendere gli atteggiamenti anche recenti del M5S, restio a condannare gli arresti di massa di Vladimir Putin in Russia, il pugno duro di Nicolas Maduro in Venezuela, la repressione di Bashar al-Assad in Siria.

 

È l’indubbia fascinazione dell’uomo forte che ammutolisce i 5 Stelle che evitano le critiche ai leader e snobbano le battaglie delle opposizioni contro corruzione e violenza, ma è anche il riflesso di convinzioni durature che rappresentano il cuore della politica estera del M5S, ribadite al numero 7 e 10 dei punti più votati. a «La Russia come fondamentale partner economico e strategico contro il terrorismo» e il più vago «Nuovi scenari di alleanze per l’Italia». Promuovendo «il multilateralismo come nuovo paradigma nelle relazioni internazionali» Grillo vuole recuperare e rifondare su nuove basi la cooperazione con la Russia, partendo dall’eliminazione delle sanzioni economiche Ue. Nella triangolazione con Putin e nel ripudio di «ogni forma di colonialismo, neocolonialismo e/o ingerenza straniera» c’è anche la rilegittimazione di Assad in Siria, citata al punto 9, sulla risoluzione dei conflitti in Medio Oriente, il riconoscimento della Palestina e la fine dell’embargo alla Siria. Non a caso non c’è stato alcun attacco diretto al dittatore siriano da parte dei 5 Stelle, anzi in più di uno hanno espresso il dubbio che a lanciare le bombe chimiche sia stato lui. Lo ha fatto, per esempio, l’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo che un mese fa con il collega di Forza Italia è andato in visita da Assad.

 

Il terzo punto più votato è l’addio all’austerity in Europa e si lega allo smantellamento della Troika (punto 5). Mentre il capitolo su Nato e armi torna a intrecciarsi ai rapporti con Mosca. Al ripudio della guerra e al disarmo come promessa di pace (punti 4 e 6) segue la riforma della Nato «in senso multilaterale», di fatto un superamento che verrebbe molto apprezzato da Putin, perché, è specificato, vieterebbe l’uso delle basi militari (leggi: degli Usa) sul nostro territorio.

 

Questa è la ricetta di governo che il M5S presenta al mondo. Un programma impegnativo che è stato votato sulla piattaforma gestita da Davide Casaleggio, ogni giorno più presente. Ieri era a Roma, in Senato, dove in gran segreto ha tenuto una riunione di emergenza sulla coda giudiziaria del caso Genova assieme all’avvocato Andrea Iannavei. Oggi sarà per la prima volta in tv, a Otto e mezzo, per presentare l’evento di sabato a Ivrea, dedicato al padre, e per presentarsi all’Italia.

LA STAMPA

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