La parrucchiera e il killer
Cosa lega la vicenda di una parrucchiera del Comasco multata perché si è pettinata nel suo negozio senza poi farsi la ricevuta a quella del killer immigrato in fuga per le campagne del Ferrarese? Apparentemente nulla, ma non è così.
In entrambi i casi c’è di mezzo lo Stato e il suo atteggiamento nei confronti dei cittadini: pignolo, invadente e ossessivo con gli italiani, permissivo e indulgente verso gli immigrati clandestini, al punto che un pregiudicato con due decreti di espulsione è stato lasciato libero di stare tra noi e uccidere a ripetizione.
La domanda è semplice: perché lo Stato trova il tempo e le risorse per perseguitare una povera parrucchiera mandandogli fuori dal negozio i militari della Guardia di finanza a tendergli un vero agguato (non è un caso isolato, a Bergamo delle mamme sono state multate per mille euro perché in un parco pubblico distribuivano pane e marmellata ai loro bambini senza ovviamente avere alcuna licenza commerciale) e poi non si occupa di fare eseguire con altrettanta solerzia ed efficienza i (già pochi) decreti di espulsione di stranieri indesiderati?
Risolvere il problema che sottintende a questa domanda vorrebbe dire fare un grosso passo in avanti per diventare un Paese migliore, più giusto ed equo. Da troppo tempo invece i nostri governi hanno chiuso gli occhi in nome di una falsa solidarietà e hanno permesso una «doppia velocità» nel contrasto all’illegalità. Così abbiamo una magistratura inflessibile nei confronti dei colletti bianchi e praticamente assente nel perseguire e punire adeguatamente i reati connessi all’immigrazione; così Equitalia è stata scatenata, direi scagliata senza pietà, contro i contribuenti ma si permette ai venditori abusivi di prodotti contraffatti di fare il bello e il cattivo tempo per le vie delle nostre città. Solo di recente pare ci sia più impegno nel combattere la piaga dei diritti costituzionali negati da immigrati islamici a figli e mogli (imposizione forzata del velo, matrimoni combinati, divieto di frequentare occidentali).
Il killer di Budrio, in fuga e ora braccato da un esercito, è il prodotto di questa Italia stupidamente a caccia di parrucchiere e mamme al parco, invece che di persone che vivendo costantemente nell’illegalità costituiscono una vera e costante minaccia per le nostre comunità. L’eccesso di tolleranza produce più danni dell’intolleranza.
IL GIORNALE