Le multe più assurde al mondo sono tutte Made in Italy
Siamo il paese dei paradossi e delle sanzioni assurde. Il paese con un apparato burocratico-statale capace di sfoderare la sciabola dell’inflessibilità ottusa e priva di buonsenso contro il singolo cittadino per delle infrazioni quantomeno risibili.
E così si scopre che le mamme non possono spalmare la marmellata per i loro bambini pena, come è successo a Bergamo, una multa di 1.032 euro per non aver rispettato le normative sulla sicurezza alimentare. Il ludico trasformato in penale. Non si può stare tranquilli nemmeno all’interno della propria attività commerciale. Ne sa qualcosa la parrucchiera Mara Lucci, sanzionata dalla Guardia di Finanza per essersi fatta la piega senza emettere lo scontrino. Follie normative. E che dire del commerciante di Marigliano, in provincia di Napoli, che dopo aver regalato un panino a un disabile è stato multato dalla Guardia di Finanza per non aver emesso lo scontrino? Neanche i doni passano indenni. Il Fisco senza pietà multa un ristoratore di Verbania che da mesi chiedeva al Comune di riparare un pezzo di acciottolato davanti al suo locale. Alla fine ha deciso di sistemare il tutto a proprie spese e si è beccato una multa di 800 euro. Stessa sorte capitata a un imprenditore di Sulmona, reo di aver tolto la neve dalla statua di Ovidio della piazza principale.
Storie assurde, specchio di uno Stato che preferisce prendersela con i più piccoli e con i più deboli. Come non ricordare poi il ministero dell’Agricoltura che ha punito un fruttivendolo di Trento per aver esposto un cartello con la scritta “fagiolini siciliani”. Il problema? Avrebbe dovuto scrivere “fagiolini italiani”. E per questo si è visto infliggere una multa da 770 euro. È andata un po’ meglio a una parrucchiera di Ferrara che ha dovuto pagare “solo” 180 euro per aver messo un tappetino natalizio sul marciapiede davanti al suo negozio.
Si arriva poi all’assurdità se si pensa a Mauro Rossato, l’ingegnere che ha perso il ricorso contro una multa da 50 euro inflitta dai vigili urbani per aver raggiunto una pista chiusa della località ampezzana allo scopo di portare un mazzo di fiori accanto all’albero dove si è schiantato sugli sci il figlio di 9 anni. Stessa sorte capitata a don Giovanni Meroni, parroco della parrocchia di Santo Stefano di Castiglione d’Intelvi (Como) che ha benedetto il cippo dei caduti in paese e, qualche giorno dopo, si è visto recapitare una multa di 54 euro per mancata richiesta di occupazione di suolo pubblico da parte dell’Amministrazione comunale.
Il Fisco non ammette deroghe. Così quando quei zelanti funzionari dell’ispettorato del lavoro sono entrati nella pizzeria di Edoardo De Falco e hanno sorpreso la moglie che lo aiutava in sala senza un contratto da dipendente, non ci hanno pensato due volte e gli hanno inflitto una sanzione di duemila euro. Eddy ossessionato da quella multa e dal rischio di dover chiudere il negozio alla fine non ha retto e si è ucciso. È morto di fisco, di burocrazia.
IL GIORNALE