Reddito di inclusione per i poveri. Statali, tornano le assunzioni

a cura di paolo baroni
 

PUBBLICO IMPIEGO

In busta paga aumenti medi di 85 euro per il 2016-2018

Arrivano nuovi fondi per rinnovare i contratti in tutta la pubblica amministrazione. Secondo la bozza del Def in governo in ossequio all’accordo dello scorso novembre tra il ministro Madia ed i sindacati prevede infatti di aumentare di circa 2,8 miliardi di euro la dotazione a favore dei rinnovi in modo tale da assicurare un aumento medio di 85 euro per il periodo 2016-2018. Le risorse finora disponibili, dopo il primo stanziamento disposto con la legge di Bilancio 2017, secondo il Def consentono infatti di attribuire un beneficio medio di circa 35,9 euro mensili. Per arrivare agli 85 euro concordati coi sindacati occorre aggiungere 1,6 miliardi per il settore statale (contro 1,2-1,3 miliardi di cui si era sempre parlato in passato), più altri 1,2 miliardi per il resto della Pa che però dovrebbero essere stanziati nei bilanci dei vari enti locali. «Il governo mantiene gli impegni presi con l’accordo del 30 novembre sia nel contesto giuridico che economico-finanziario» conferma il sottosegretario alla Pa Angelo Rughetti segnalando che «il ministro Madia ha posto la questione, ricordando la necessità di mantenere gli impegni».

A cdm in corso si era infatti diffusa la voce che lo stanziamento era stato cancellato, tant’è che la Cgil era arrivata a minacciare lo sciopero generale. In conferenza stampa però il ministro dell’Economia Padoan ha voluto rassicurare tutti confermando che «il governo mantiene tutti gli impegni presi inclusi quelli relativi ai contratti con la Pa». Soddisfatti i sindacati che ora come spiega Barbagallo (Uil), puntano «a chiudere i rinnovi entro giugno».

 

INFRASTRUTTURE

Strade, ferrovie, aree urbane già sbloccati 25 miliardi

In una conferenza stampa molto avara di numeri e dettagli le uniche cifre chiare sono quelle che riguardano gli investimenti futuri. Che però non hanno nulla a che fare col Def ma discendono dalla legge di bilancio dell’anno passato che ha istituito un apposito fondo. Nel Dl su conti pubblici e crescita è stato condiviso «un piano di investimenti di qui al 2032 da 47,5 miliardi» ha annunciato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al termine della riunione del governo spiegando che in concreto il piano «sarà tradotto in un Dpcm nei prossimi giorni». Gli interventi spaziano dalle infrastrutture alla riqualificazione delle periferie, dalle reti ferroviarie alle strade.

 

Di questi 47 miliardi. ha poi dettagliato il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, «una prima tranche da oltre 25 miliardi è già pronta a essere allocata con risorse importanti sulla programmazione infrastrutturale con i contratti di programma di Rete ferroviaria italiana e i grandi valichi, dal Brennero al Terzo Valico». In particolare a Rfi andranno 9 miliardi di euro che oltre alla realizzazioni dei grandi corridoio europei dovranno servire a potenziare delle reti ferroviarie regionali che vanno a servire con linee suburbane l’accessibilità nelle grandi aree urbane italiane».

 

Un’altra quota, particolarmente rilevante di risorse, servirà poi «ad implementare il contratto di programma Anas». In questo caso di tratta di 5 miliardi di euro da destinare al completamento delle direttrici, alla manutenzione ed alla messa in sicurezza delle strade.

 

ENTI LOCALI

Nuovi fondi alle Province. Comuni, turnover sbloccato

Il governo viene in soccorso degli enti locali, comuni, province e città metropolitane, che dopo anni di tagli e politiche di rigore sono ormai allo stremo. Due le misure sollecitate da tempo: da un lato il rifinanziamento delle Province con uno stanziamento di 100 milioni da destinare ad interventi a favore della viabilità più altri fondi da destinare all’edilizia scolastica. Il decreto, ha poi spiegato il sottosegretario alla Presidenza Maria Elena Boschi«recepisce anche l’accordo raggiunto in Conferenza Stato-Regioni, che tiene conto anche di norme volte a favorire gli investimenti da parte delle regioni, riconoscendo nell’ambito del fondo previsto dalla legge di bilancio 2017» una quota aggiuntiva di 400 milioni.

L’altra novità riguarda le assunzioni. Con lo stesso provvedimento viene infatti sbloccato il turn over dei comuni passando dall’attuale 25% (1 nuovo assunto ogni 4 uscite) al 75% (3 assunti ogni 4 che lasciano) per tutti comuni. La modifica era chiesta da tempo a gran voce da tutti i sindaci sempre più in affanno nel garantire il funzionamento dei loro servizi. «Lo sblocco del turn over nei Comuni, una misura che ci eravamo affannati a chiedere negli ultimi mesi, è un grande successo dell’Anci. Ed è un grande successo dei sindaci: con personale nuovo e dipendenti più giovani potremo adoperarci con più energie per quel rilancio del Paese», ha dichiarato il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro. «I Comuni hanno già dato molto, tagliando il costo del personale molto di più di tutte le altre articolazioni dello Stato. E’ finalmente arrivato il tempo in cui ci si restituisce qualcosa».

 

CITTADINI

Assegni a fasce deboli. Un miliardo per il sisma

Il Def conterrà il reddito di inclusione, come «misura universale di sostegno economico ai nuclei familiari in condizione di povertà»; previsto anche un riordino delle prestazioni assistenziali e dei servizi sociali, «finalizzato a garantire maggiore omogeneità territoriale nell’erogazione». Lo comunicava ieri sera Palazzo Chigi.

 

Ci sarà inoltre un fondo a favore delle zone colpite dal terremoto; «sarà attivo per diversi anni – ha spiegato ieri sera il ministro dell’Economia – e avrà un valore annuale di almeno 1 miliardo di euro». Servirà «alla ricostruzione e alla messa in sicurezza delle zone colpite dal sisma e per la ripresa delle attività». Il Tesoro nel decreto varato ieri ha inserito queste e altre misure a favore della crescita, nuovi investimenti di questi tipo o nel campo delle infrastrutture e interventi ribattezzati «finanza per la crescita», agevolazioni, incentivi alle imprese e per indirizzare gli investimenti verso settori produttivi. Il pacchetto dovrebbe essere abbastanza ricco ma anche su questo capitolo Padoan ieri è stato avarissimo di dettagli. Tant’è che l’altra novità relativa alle zone del centro italia colpite dal sisma l’ha dato il ministro dell’Agricoltura lasciando Palazzo Chigi al termine del Cdm. «Via libera alle Zone franche urbane nei Comuni del terremoto – ha annunciato Martina – . Zero tasse e contributi per due anni per le attività d’impresa che daranno futuro alle aree colpite dal sisma. Un aiuto a chi vuole continuare a vivere e lavorare in questi territori». Era quello che le zone del sisma chiedevano da mesi.

 

FISCO

Niente aumento delle tasse. Dalla lotta all’evasione nuove entrate

Esclusi aumenti di tasse, come ha assicurato ieri Padoan, la manovra correttiva da 3,4 miliardi sarà incentrata soprattutto sulle entrate introducendo innanzitutto nuove misure di contrasto all’evasione. In particolare la nota emessa a tarda sera da palazzo Chigi come prima cosa conferma l’estensione dello split payment sull’Iva a tutti gli enti, le società (comprese quelle quotate) e le amministrazioni pubbliche. Si tratta di un provvedimento che a regime dovrebbe produrre un gettito si 1,2-1,3 miliardi l’anno semplicemente facendo versare l’imposta sul valore aggiunto direttamente dal committente anziché dal fornitore. Quindi in chiave antifrode vengono introdotte norme più stringenti per contrastare gli indebiti utilizzi in compensazione dei crediti di imposta riducendo da 15.000 a 5000 euro il limite al di sopra del quale questi crediti possono essere usati in compensazione, solo attraverso l’apposizione del visto di conformità del professionista sulla dichiarazione da cui emergono.

 

Aumentano le tasse sui giochi, ma almeno in apparenza meno di quello indicato nelle anticipazioni degli ultimi giorni: dal primo ottobre viene infatti aumentato il solo prelievo erariale unico su «New slot» e «videolotteries». Resta invariata invece la tassa sulla fortuna (6% sulle vincite). Infine un’ultimo intervento destinato a fare cassa, le stime parlano di circa 200 milioni di euro di gettito, prevede la definizione agevolata delle controversie tributarie, in pratica la rottamazione delle liti. Sarà infatti possibile risolvere le controversie pagando solamente gli importi contestati con l’atto impugnato e degli interessi da ritardata iscrizione a ruolo. La richiesta di definizione dovrà però essere presentata entro il 30 settembre.

LA STAMPA

 

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