Armi chimiche, Assad rifiuta le accuse: “Invenzione al 100%”
Non cambia la posizione di Damasco, ribadita oggi in un’intervista alla France Press dal presidente Bashar al-Assad, che ha definito “un’invenzione al 100 per cento” l’accusa di avere utilizzato armi chimiche nell’attacco aereo su Khan Sheikhun, che ha provocato decine di vittime e convinto gli Stati Uniti a spedire 60 missili Tomahawk sulla base area di Al Shayrat.
La Siria “ha consegnato tutte le armi chimiche“, assicura Assad, che sostiene Trump – che ieri l’ha definito “un animale” – sia in malafede e abbia utilizzato il raid aereo come scusa per attaccare il suo Paese lo scorso 7 aprile.
“La nostra potenza di fuoco, la nostra capacità di attaccare i terroristi non è stata intaccata dagli Stati Uniti“, aggiunge Assad. Parole che confermano come l’azione americana avesse un significato più politico che militare, una sorta di avvertimento. Non solo per la Siria.
Secondo quanto sostiene la Cnn oggi, a Washington sarebbero in possesso di intercettazioni che riguardano comunicazioni tra membri dell’esercito siriano ed esperti chimici, in cui si parla dei preparativi per un attacco.
Intanto è la delegazione britannica dell’Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche), inviata in Turchia, a far sapere che campioni legati al presunto attacco chimico sono risultati positivi alla presenza di sarin o di sostanze analoghe.
Analisi che vanno ad aggiungersi all’accusa già presentata dalle autorità turche, che avevano trovato tracce di agenti nervini sulle vittime dell’attacco, almeno trenta delle quali sono state portate oltreconfine per essere curate.
E se a Damasco accusano la coalizione internazionale di un presunto raid su un deposito di armi chimiche appartenente all’Isis, il portavoce, colonnello d’aviazione John Dorrian, parla di “una cattiva informazione” data forse “intenzionalmente”. Cautela da Mosca, che ha inviato droni nell’area ma al momento non ha informazioni più precise.
IL GIORNALE