Biotestamento, la legge avanza alla Camera: il paziente può abbandonare le terapie
Avanza alla Camera la discussione sul ddl sul Biotestamento. In mattinata è stato approvato un emendamento che stabilisce che il paziente avrà il diritto di abbandonare le terapie. La modifica sopprime così il sesto comma del primo articolo del testo che prescriveva che «Il rifiuto del trattamento sanitario indicato dal medico o la rinuncia al medesimo non possono comportare l’abbandono terapeutico. Sono quindi sempre assicurati il coinvolgimento del medico di famiglia e l’erogazione delle cure palliative».
L’obiezione di coscienza
Ma passa anche la possibilità di obiezione di coscienza per i medici. Cioè a fronte del rifiuto di un trattamento sanitario da parte del paziente «il medico non ha obblighi professionali».In pratica, ad esempio, di fronte alla richiesta di un paziente di sospensione o nutrizione artificiale, con il distacco da macchinari, un singolo medico potrà rifiutarsi di staccare. Ovviamente, il paziente potrà rivolgersi a un altro medico nell’ambito della stessa struttura sanitaria.
Anche le cliniche private
Le cliniche private, ed in particolare quelle cattoliche, convenzionate con il sistema sanitario nazionale, non potranno chiedere alle Regioni di essere esonerate dall’applicazione delle norme sul biotestamento «non rispondenti alla carta di valori su cui fondano i propri servizi». Questo perche l’Aula ha respinto a scrutinio segreto l’emendamento di cui era primo firmatario Gian Luigi Gigli che mirava ad evitare penalizzazioni «nei rapporti che legano» quelle strutture al Sistema sanitario nazionale. L’emendamento è stato bocciato con 335 no e 82 sì.
Il «cuore» del provvedimento
E la Camera ha approvato anche il primo articolo 1 della proposta di legge sul Biotestamento. L’articolo, passato con 326 voti a favore, è il «cuore» del provvedimento in quanto regola il consenso informato del fine vita. Hanno votato contro Forza Italia e Alternativa popolare, a favore il Pd, M5S e Mdp. L’esame del provvedimento è ora sospeso: riprenderà dopo il question time.
Le alleanze in Aula
Gli emendamenti ancor ain discussione sono un centinaio. E i n Aula vengono approvati con alleanze alternate. Per quanto riguarda la possibilità per il paziente di rifiutare le cure c’è stata evidentemente una convergenza tra M5s e Pd . Invece la norma sull’obiezione di coscienza -approvata con 281 sì, 120 no e 10 astenuti è stata il frutto dell’accordo Pd-Ap, sostenuto anche da Udc, Des-Cd, Lega e Forza Italia (con alcuni distinguo). Contrario alla norma il gruppo M5s. Ha votato contro anche Mdp.
Il ddl
Il ddl in discussione è il risultato di un lavoro di sintesi tra una decina di proposte di legge depositate alla Camera. La Commissione Affari sociali ha terminato l’esame degli emendamenti a febbraio, il 2 marzo il lavoro conclusivo è stato consegnato all’aula. La prima parte riguarda il consenso informato del paziente cosciente, quindi capace di esprimere direttamente le proprie volontà sulle cure. La seconda parte della legge affronta le Dat, direttive anticipate di volontà. Il punto più delicato riguarda nutrizione e idratazione artificiali, terapie che permettono di assicurare al malato i nutrienti e i liquidi di cui ha bisogno, somministrati per vena o col sondino nasogastrico o con la Peg (sonda infilata nell’addome). Un trattamento che le società scientifiche ritengono sia un atto medico. Per i cattolici è invece, pur chiamandolo atto medico, ha la natura di un sostegno e dunque non andrebbe interrotto mai.