Biotestamento, il malato potrà interrompere il trattamento

federico capurso
roma

Il cuore della proposta di legge sul testamento biologico resiste grazie all’insolito asse di maggioranza costituito da Pd e Movimento 5 stelle e supera il primo ostacolo a Montecitorio.

 

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Approvati ieri i primi due articoli del provvedimento che disciplina la fase terminale del malato. Le modifiche più importanti, nel corso della discussione in Aula sono state apportate al primo articolo, considerato il perno centrale della proposta di legge che, nelle intenzioni, restituisce al malato la possibilità di disporre secondo le proprie intenzioni del suo fine-vita. Secondo le modifiche apportate durante la discussione di ieri in Aula, oltre a disciplinare il consenso informato, il primo articolo prevede ora che il paziente possa rifiutare l’idratazione e la nutrizione artificiali, equiparandoli a normali trattamenti sanitari. Non un abbandono del malato alla morte, quanto piuttosto un accompagnamento a una conclusione serena dell’esistenza senza dolore (grazie al diritto alle cure palliative). Nel riconoscimento del fine-vita del paziente, si introduce la cosiddetta «sedazione palliativa profonda, in associazione con la terapia del dolore». Si intende evitare, poi, un accanimento terapeutico nei confronti del malato: nessuna «ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure», ma piena libertà di scelta al paziente, anche prima della malattia.

 

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Nel caso in cui il malato non sia cosciente, o sia minorenne, il secondo articolo approvato ieri prevede che un tutore legale o i parenti più stretti del paziente possano prendere una decisione al suo posto. Il medico, ovviamente, è esonerato da ogni responsabilità rispetto alla scelta di non sottoporsi a terapie. Il testo gli riconosce, grazie a un emendamento passato ieri tra le polemiche, il diritto a una sorta di obiezione di coscienza e, quindi, la possibilità di rifiutarsi di ottemperare alle richieste del malato. L’obiezione di coscienza non è espressamente prevista dalla legge sul biotestamento, ma di fatto il testo la introduce, dando la possibilità al medico di rifiutarsi di interrompere le cure e, comunque, di poter fare delle valutazioni cliniche preventive. L’inserimento di questo emendamento, fortemente voluto dai centristi di Angelino Alfano, ha messo a dura prova la tenuta dell’intesa tra i Dem e i Cinque stelle. «Siamo stanchi dei continui contentini che il Pd fa ai suoi alleati di governo – mette in guardia Silvia Giordano, M5S -. A questo punto potremmo votare contro sul terzo articolo della legge, che rimanda proprio a questa obiezione di coscienza camuffata prevista dal primo articolo».

 

Sedata poi sul nascere un’altra polemica nata dalle obiezioni etico religiose poste alla legge sul biotestamento in questi giorni. L’associazione che riunisce gli ospedali cattolici aveva annunciato che si sarebbe rifiutata di accettare pazienti che avessero già firmato un testamento biologico con l’interruzione delle terapie. Nel testo, però, non viene riconosciuto nessun distinguo o trattamento particolare alle strutture sanitarie private convenzionate. E anzi, è stato bocciato l’emendamento centrista che mirava a consentire loro «di poter essere esonerate da applicazioni non rispondenti alla carta dei valori su cui fondano i propri servizi».

LA STAMPA

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