Chapeau a Marine ma la destra-destra ora deve aprirsi
In politica è tutto possibile, ma a occhio Marine Le Pen non ce l’ha fatta. Va al ballottaggio – non è poco – ma il «combinato disposto» del risultato del primo turno lascia poche speranze alla paladina della destra europea.
È la cinica legge del «tutti contro uno» che non lascia spazio alle diversità. Potrei sbagliarmi, ma tra quindici giorni la maggior parte del voto dato ieri ai candidati sconfitti convergerà sul giovane Emmanuel Macron, ex hollandiano uscito in tempo dal naufragio dei socialisti, veri sconfitti di questa prima tornata elettorale. E quindi addio sogni di Eliseo per la Le Pen.
Marine è stata brava, merita rispetto e stima. Se la sinistra salottiera francese – faro della sinistra europea – è uscita a pezzi (il buon risultato di Melenchon, un neo comunista in salsa grillina, è la conferma) molto lo si deve al Front della Le Pen, che ha imposto ai francesi, dall’immigrazione all’economia, un’agenda realista, cioè coincidente con i veri problemi dei cittadini. Ma questo probabilmente è il massimo che una destra radicale può permettersi: convincono le analisi (molte le condividiamo anche noi), fanno paura – o comunque non persuadono fino in fondo – le soluzioni.
Ieri la Francia ha bocciato senza appello la sinistra «al caviale» di Hollande, che tanti ammiratori ha avuto e ha anche in Italia. E questo è un bel segnale. Ma ha anche detto che una destra-destra non è la soluzione condivisa e maggioritaria, altrimenti Marine sarebbe andata ben oltre il venti e passa per cento, che ovviamente non è poco ma può rilevarsi inutile. Un po’ come in Italia il 14 alla Lega o il 28 a Grillo. Tanta roba, ma poi?
L’opposizione è una parte fondamentale di un sistema democratico, ma se si autoriduce a essere sempre tale, alla fine è solo testimonianza. Cosa a cui è condannata la destra – le vicende degli ultimi vent’anni in Italia lo dimostrano – se non trova un alleato moderato che garantisca una base elettorale più ampia. So che Marine Le Pen non la pensa così: o tutto o niente, pensa lei. Potrei anche augurarle il tutto, ma mi spiace per il niente che oggi è la cosa più probabile. Anche se le imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento francese potrebbero portare a un pareggio. Che nel calcio vale un punto, in politica niente.
IL GIORNALE
This entry was posted on lunedì, Aprile 24th, 2017 at 15:06 and is filed under Editoriali - Opinioni. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.