Il canone Rai arriva anche a chi ha chiesto l’esonero. Ecco cosa fare
Amara sorpresa per molti italiani che, pur avendo regolarmente chiesto l’esonero, si sono ritrovati l’addebito del canone Rai sulla bolletta della luce.
La richiesta di esonero (che può fare solo chi non possiede un apparecchio tv, presentandola ogni anno) com’è noto andava fatta entro il 31 gennaio mandando una raccomandata. Anche se l’Agenzia delle Entrate aveva suggerito di anticipare la richiesta, presentandola entro il 20 dicembre.
Secondo l’Unione italiana consumatori chi si è trovato l’amara sorpresa in bolletta è possibile che abbia presentato la richiesta di esonero entro i termini ma dopo il 20 dicembre. “Ma di sicuro non mancano sviste ed errori da parte di chi riscuote”.
Ma per evitare guai futuri cerchiamo di ricapitolare i passi da fare per chi ha diritto e intende presentare la richiesta di esonero. La prima cosa che dobbiamo tenere bene a mente è questa: il canone si deve pagare una volta sola, a prescindere dal numero di apparecchi tv che possediamo relativi ad un nucleo familiare. Vale la regola che si paga un canone per una famiglia. E se un figlio che magari abitava in un altro nucleo torna a vivere coi suoi, come ci si deve regolare? Conta la data: se il trasferimento avviene, ad esempio, il 15 gennaio, se nella casa in cui vivea prima aveva una tv dovrà pagare il vecchio canone almeno fino a giugno, mentre i genitori pagherano per l’intero anno.
Le date assumono una grande importanza. Ogni anno la richiesta va presentata di esonero: se lo abbiamo fatto nel 2016, dobbiamo ripresentarla anche nel 2017, ovviamente rispettando il termine del 31 gennaio). Occhio anche alla residenza: se quest’ultima è cambiata potrebbero esserci problemi. Fa fede la data che è scritta nello stato di famiglia. Altro elemendo da non sottovalutare: il passaggio ad un altro operatore dell’energia elettrica, con tutti i ritardi che potrebbero esservi nella comunicazione dei dati.
Cosa fare per avere il rimborso
Chi paga la bolletta elettrica alla Posta, bisogna ricordarsi di saldare solo la parte che riguarda la corrente, ma è altresì necessario indicare nella causale il motivo. Ma non finisce qui: bisogna mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno all’Agenzia delle Entrate, allegando la copia della precedente richiesta di esonero (con il modulo e le ricevute della precedente raccomandata). In questa comunicazione bisogna ricordarsi di segnalare l’errore e chiedere che venga corretta la propria posizione. Sul rimborso non esistono, al momento, tempi certi.
Diversa è la situazione per chi paga la bolletta elettrica con addebito sul proprio conto. In questo caso bisogna presentare la richiesta di rimborso in via telematica (o per raccomandata). Volendo si può chiedere alla propria banca di fermare la domiciliazione della bolletta, e pagare solo la quota relativa all’elettricità, in attesa che si chiarisca il problema, dopo aver segnalato la richiesta di esonero all’Agenzia.
IL GIORNALE