Sbarchi, la sinistra affonda in un mare di menzogne
«Sono stato attaccato anch’io. Mare Nostrum è stata chiusa. Il giorno dopo è cessato l’afflusso dei migranti? No, si è raddoppiato, triplicato, c’è stato il naufragio del 18 aprile 2015 con oltre 700 morti»: l’ex premier Enrico Letta si schiera dalla parte delle Ong e fa capire che quando era a capo del governo fu massacrato anche lui dai media.
Insomma, per il politico del Pd andava tutto bene, finché la missione portata avanti dalla Marina militare era in essere.
Peccato che i numeri non siano dalla sua parte. Mare Nostrum fu chiusa il 31 ottobre 2014. Quell’anno ci fu un record di sbarchi: in Italia arrivarono 170.100 immigrati, visto che le navi della Marina arrivavano, come testimoniano le cronache dell’epoca, a recuperare i migranti fin sotto le coste libiche. Nel 2015, senza Mare Nostrum e con le Ong che da poco avevano iniziato la loro attività, gli sbarchi calarono del 9 per cento e si arrivò a 153.842 arrivi.
Il 2016 è stato anno record. Le organizzazioni non governative hanno iniziato a prendere piede e in pochi mesi sono arrivate a superare l’attività delle missioni Ue. Sono 181mila, secondo i dati forniti dal Viminale, i migranti giunti lo scorso anno sulle coste italiane. Di questi 46.796 sono stati recuperati dalle Ong, 13.888 dalle navi mercantili, 35.875 dalla Guardia costiera, 36.084 dalla Marina militare, 13.616 dalle unità di Frontex, 22.885 dalle navi di Eunavformed, 7.404 dalle Marine estere, 1.683 dalla Guardia di Finanza e 174 dai carabinieri.
Ma c’è un altro dato che arriva a spazzar via le difese d’ufficio delle Ong, che «non si possono attaccare perché salvano vite», come per la presidente della Camera Laura Boldrini, per la quale «andare a buttare ombre su chi salva vite umane, senza avere evidenze, è una cosa grave e irresponsabile» o come Erri De Luca o Saviano, che da giorni si scagliano contro politici e giornalisti che lavorano per far chiarezza sulla vicenda.
Il 2016, infatti, è stato l’anno col record di mortalità in mare e non solo in numero assoluto. In percentuale, infatti, si è avuto un aumento di decessi nel Mediterraneo pari al 30 per cento rispetto all’anno precedente. I morti nel 2014, proprio sotto il governo Letta, furono 3.279, nel 2015, invece, 3.771 nonostante il calo di sbarchi. Infine, nel 2016 4.733 persone hanno perso la vita in mare.
Ecco allora che se le statistiche, per gli accusatori del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, non valgono come prova in tribunale, allo le statiche false non valgono nemmeno sui giornali.
Di più: il sito dell’Organizzazione Open migration sull’operato delle Ong scrive: «Un’operatrice ammette che le missioni in mare per le organizzazioni non governative sono attrattive, come testimonia il numero doppio di imbarcazioni in mare rispetto allo scorso anno. Il salvataggio dei migranti è una nuova frontiera del business della solidarietà». Il tutto giustificato dallo scopo umanitario di salvare vite. Anche se nel 2016, quando il numero degli interventi delle Ong è salito dal 5 al 40% del totale, la mortalità dei migranti in mare è cresciuta del 30%.
Un business, peraltro, che è rilevabile anche dalle dichiarazioni di questi giorni di alcune Ong. La maltese Moas, per esempio, ha annunciato che chiederà il 5 per mille come già fanno altre realtà.
Infine, c’è un dato importante di cui tener conto: il governo italiano sa benissimo che le imbarcazioni delle Ong si addentrano fin quasi alle coste libiche. I radar del Cincnav, il comando di squadra navale della Marina Militare, registrano ogni singolo movimento in mare, così come i Predator dell’Aeronautica, che sorvolano il Mediterraneo e possono dare un quadro chiaro della situazione. Anche se c’è chi preferisce fare orecchie da mercante.
IL GIORNALE