Finalmente finisce la farsa primarie
E per fortuna venne il giorno delle primarie del Pd così archiviamo la farsa del «confronto democratico» e forse – non ci facciamo troppe illusioni – si trova il tempo e il modo di occuparsi di cose serie.
Ma dico, tutto sto can can per stabilire che Renzi è il capo del Pd, Orlando capo di una finta opposizione interna ed Emiliano una simpatica macchietta che pur di esistere gioca a fare il comunista (cosa che gli ha portato pure male tanto che si è azzoppato ballando il liscio con una arzilla vecchietta)? Non bastava una riunione, una telefonata, una cena? No, loro fanno le «primarie», che così organizzate sono un insulto alla democrazia. Il che sarebbero anche affari loro se non fosse che il Paese – essendo il Pd partito di governo – viene paralizzato per settimane in attesa che il rito si compia. Nessuna decisione politica rilevante viene presa perché «bisogna vedere chi vince le primarie». Ma chi vuoi che le vinca le primarie del Pd, che sono pure truccate? Il bell’Orlando, il simpatico Emiliano? Ma non fateci ridere e stasera negli speciali Tv, che non si capisce a che titolo andranno in onda, risparmiateci almeno la retorica sulla «diversità della sinistra» e sul «bel giorno per la democrazia».
Il problema è che qualche «democratico» del centrodestra è lì ad applaudire: «Visto che bello, facciamole anche noi». Roba da non credere. Capisco essere ambiziosi, e pure narcisisti, ma a tutto c’è un limite (Emiliano a parte). Fare oggi le primarie nel centrodestra (ma anche nel centrosinistra) è come affidare il ruolo di attaccante del Barcellona a un sondaggio dei tifosi e non direttamente a Messi, o volete mettere ai voti se Zuckerberg deve rimanere capo di Facebook. O la gente impazzisce (e allora è meglio non consultarla), o c’è il trucco, oppure il risultato è scontato.
Le primarie all’italiana sono il sogno dei mediocri, dei furbi o dei piccoli che sperano in una scorciatoia – o in una botta di fortuna – per diventare grandi. Sta di fatto che stasera Renzi torna anche ufficialmente a essere Renzi. Non so se è un bene o un male, ma almeno è la fine della sua ultima presa per i fondelli, quella in cui ci aveva spiegato di essersi dimesso da tutto e di essere quindi un «normale cittadino».
Caro Renzi, ma a chi la racconti…
IL GIORNALE