Alitalia commissariata. Sei mesi per salvarla

 GIANLUCA LUZI

Il Cda di Alitalia ha votato il commissariamento della compagnia aerea definendo la situazione “grave”. Ci vorrà un finanziamento di 4/500 milioni per tenere in vita e operativa la ex compagnia di bandiera. È il secondo commissariamento di Alitalia dal 2008 e i contribuenti hanno versato oltre sette miliardi per tenere in vita l’azienda che perde soldi mentre tutte le altre grandi compagnie hanno ripreso a guadagnare dopo la crisi. Renzi e il governo giurano che questa volta non saranno spesi soldi pubblici – Bruxelles non lo permetterebbe – ma è difficile pensare che questi vengano esclusivamente dal mercato. Il salvataggio delle banche insegna che un modo per mettere le mani nelle tasche dei contribuenti si trova sempre. Comunque Renzi non vuole che Alitalia fallisca, come avverrebbe fatalmente se al termine dei sei mesi non si trovasse un compratore o un partner che riesca dove Ethiad ha fallito. Il segretario del Pd ha promesso per metà maggio un piano per salvare la compagnia e anche se non si andrà alle elezioni politiche in tempi rapidissimi, la riuscita dell’operazione Alitalia sarebbe un bel poster da esibire in campagna elettorale, mentre al contrario il suo fallimento e la vendita a pezzi diventerebbero il piatto forte delle opposizioni. È bene ricordare che nove anni fa Berlusconi mise il veto alla vendita di Alitalia a Air France-KLM per salvaguardare l'”italianità” della compagnia di bandiera. Si è visto come è andata finire. Ma c’è da scommettere che Renzi non vorrà macchiare la sua larga vittoria alle primarie con errori come quelli di Berlusconi. A contestare il risultato numerico di Renzi ci pensa il ministro Orlando che attribuisce a se stesso una percentuale maggiore di quella che gli attribuiscono i conti del Pd. Questione di decimali ma che possono valere una maggiore rappresentanza nell’Assemblea nazionale.

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