Il fine vita (della politica)
Ma che teniamo aperto a fare il Parlamento se in questo Paese decidono tutto i magistrati, vuoi per clamorosi vuoti legislativi, vuoi per subdole invasioni di campo?
Prendiamo la giornata di ieri. Mentre da mesi la politica parla e straparla di una legge che metta paletti chiari all’eutanasia una legge è passata alla Camera ma è impantanata al Senato un pm di Milano ha chiesto il «non luogo a procedere» per Marco Cappato, l’attivista radicale che accompagnò Dj Fabo a morire in Svizzera: «Il suicidio assistito non viola il diritto alla vita», ha deciso per conto suo il magistrato che si è occupato del caso. Contemporaneamente, sentito da una commissione della Camera, il pm di Siracusa smentisce (in parte) il suo collega di Catania che sulla tratta degli immigrati aveva lanciato nei giorni scorsi un allarme sulla complicità tra scafisti e le organizzazioni dei soccorritori, le cosiddette Ong. Per cui la politica prenderà atto che non essendoci univocità di vedute tra gli inquirenti, il problema non esiste e quindi amen, non perdiamo tempo a fare una legge chiara e severa per evitare anche solo il rischio che proliferi il business dell’invasione pilotata.
Io capisco il problema della legge elettorale, l’unica cosa che da tre anni Matteo Renzi ha in testa essendo arrivato a Palazzo Chigi senza passare per elezioni, che date le regole in essere probabilmente non avrebbe mai vinto. Ma non è che questi governi di sinistra possono lasciare il Paese in balia di sé stesso dalla vita agli immigrati passando per occupazione (anche ieri nuovi pessimi dati) e tasse solo perché non sanno come rimanere in sella. Perché quando un domani si andrà a votare (prima o poi accadrà) chiunque vinca si troverà a muoversi tra le macerie del Far West giudiziario. Per intenderci, il Parlamento non è riuscito a varare una legge che impedisca ai magistrati di entrare in politica con disinvoltura. Così, è notizia di ieri, l’ex procuratore di Parma – dopo aver decimato la vecchia giunta di Forza Italia a colpi di arresti – oggi ha annunciato che si candiderà con la sinistra alle imminenti elezioni comunali.
Ormai non esistono più regole, neppure quelle di banale buon senso. Vale la vecchia consuetudine: i vuoti si riempiono da soli. E il vuoto di questa politica è davvero grande.
IL GIORNALE