Alfano e la legge sulla legittima difesa: «Questo testo è un successo Irresponsabile insabbiarlo La sicurezza è una priorità»

ROMA «È un voto che ci consegna un doppio risultato», dice Angelino Alfano commentando l’approvazione alla Camera della legge sulla legittima difesa: «Questo voto rappresenta per Alternativa popolare un successo politico e fornisce una risposta alla domanda di sicurezza che viene dall’opinione pubblica. Al Senato ci impegniamo fin d’ora a migliorare il testo, per tenere anche fede all’alleanza di scopo con Idv che su questo tema sensibile ha raccolto le firme di due milioni di cittadini». Il ministro degli Esteri racconta l’impegno del suo partito davanti alle «ritrosie del Pd» e come «siamo infine riusciti a far virare la maggioranza»: «Non abbiamo accettato la logica di una legge pur che sia e abbiamo fatto prevalere il buon senso per non lasciare il Paese al vociare inconcludente degli estremisti».

Si riferisce a Salvini?
«La sua sceneggiata alla Camera è stato il tentativo di cancellare le tracce del passato. Perché il testo che oggi noi abbiamo cambiato è il testo voluto e votato dalla Lega nel 2006. Nei resoconti parlamentari si possono leggere i loro toni trionfalistici, il modo in cui sbandierarono il provvedimento in vista della campagna elettorale. Ecco: quel provvedimento che oggi considerano inadeguato è farina del loro sacco. Eppoi, se Salvini strepita vuol dire che è prevalsa una linea moderata».

Anche Forza Italia è un partito moderato.
«Ma ha scelto di accodarsi alla Lega. Sull’emendamento contestato, peraltro, avevano votato a favore, segno che la strumentalità della politica ha prevalso sui contenuti. È la dimostrazione paradigmatica delle contraddizioni tra quanti in Forza Italia sono disposti ad andare dietro Salvini ad ogni costo e quanti si rendono conto che non si può andare ad ogni costo dietro Salvini».

Berlusconi ha spiegato che la legge non risponde alle esigenze dei cittadini.
«È che non si voleva dividere il fronte delle opposizioni, questo è il punto. Ma è un errore strategico, perché si consegna la ribalta all’estremista: la luce viene infatti accesa su un giocherellone come Salvini a cui non si può affidare il Paese. E mentre questo accade Forza Italia resta nell’ombra. Perciò vanno riunite le forze moderate che non accettano di assoggettarsi ad un’alleanza innaturale».

È naturale la vostra alleanza con il Pd?
«Ap è un partito legato al Ppe e governa con un partito iscritto al Pse, come accade in molti altri Paesi europei. E proprio come accade negli altri Paesi europei alle elezioni saremo autonomi e indipendenti. Intanto sui temi della sicurezza, del mercato del lavoro, delle tasse e della famiglia è sempre evidente il nostro imprinting. Quando il Pd ci segue su questi argomenti ha solo da guadagnarci. E più del Pd ci guadagna il Paese».

Ma al Senato ci saranno i numeri per approvare la legge sulla legittima difesa?
«A meno che non si spacchi il Pd perché non dovremmo avere i voti?».

Perché si sentono strani scricchiolii.
«Vorrei essere chiaro: al punto in cui siamo sarebbe irresponsabile se qualcuno insabbiasse o facesse cadere il provvedimento. Dovrebbe risponderne a noi e soprattutto al Paese. Per Ap si tratta di una legge sulla quale ha assunto un impegno con i cittadini».

Ma la legge incontra forti critiche. L’avvocato Bongiorno la definisce una «riforma trappola», e la sua tesi sembra coincidere con il commento della democratica Ferranti, che ricorda come «spetterà sempre al giudice stabilire se la reazione è stata proporzionata all’offesa».
«E come si dovrebbe procedere: con il televoto? Non mi pare facile espiantare la presenza del giudice dall’ordinamento giuridico. A parte la battuta, oggi la nuova legge introduce un’inversione dell’onere della prova. Spetterà al magistrato dimostrare che non si è trattato di legittima difesa. Sarà un modo per evitare processi e ulteriori sofferenze alle persone oneste».

C’è poi la polemica legata al fatto che la legittima difesa scatterebbe solo di notte.
«Basterebbe leggere la norma per capire che non è così: la norma vale a mezzanotte come a mezzogiorno. Il resto sono strumentalizzazioni. La sicurezza è una priorità».

A proposito di sicurezza, sul caso del procuratore di Catania Zuccaro, che lei ha difeso, è intervenuto il vicepresidente del Csm, Legnini, secondo il quale «c’è la necessità di accertare le scelte comunicative» fatte dal magistrato sul ruolo delle Ong nel trasporto dei migranti.
«Intanto emerge la volontà di appoggiare l’inchiesta, ed è una buona novità rispetto ai giorni scorsi. E per la stima che ho per il vicepresidente del Csm sono convinto che l’approccio usato in questo caso sulle scelte comunicative del magistrato, varrà per tutti i procuratori che dichiarano sulle proprie inchieste».

Ministro, è certo che la legittima difesa sarà legge entro la fine della legislatura? E quando finirà la legislatura?
«Per noi è importantissimo che divenga legge entro la fine della legislatura. E siccome una legislatura finisce quando si dimette il presidente del Consiglio o quando le Camere gli tolgono la fiducia, non vedo il problema».

CORRIERE.IT

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