Lavoro Usa e petrolio spingono le Borse. Per Milano +4,2% nell’ultima settimana
–di C. Di Cristofaro e A.Fontana
Andamento titoli
Forti di dati più convincenti sul lavoro Usa e del rimbalzo del prezzo del petrolio (+2,2% Wti a 46,5 dollari al barile), le Borse europee completano una settimana positiva con un nuovo rialzo e aspettano l’esito delle elezioni presidenziali francesi con Emmanuel Macron segnalato in netto vantaggio (24 punti percentuali il divario rispetto a Le Pen secondo gli ultimi sondaggi Opinionway-Orpi per Les Echos). Piazza Affari è stata ancora la migliore in Europa con un incremento dell’1,48% nel FTSE MIB, che ha aggiornato i massimi da dicembre 2015. Nell’intera settimana, Milano ha guadagnato il 4,2% e l’Eurostoxx50 oltre il 2,5%.
Se in Europa sono stati minerari e energetici a mettersi in mostra grazie al recupero del greggio e delle materie prime, Milano ha beneficiato della vivacità dei bancari innescata dai conti trimestrali di Intesa Sanpaoloche ha guadagnato il 3% portandosi ai massimi da gennaio 2016 e ha portato Unicredit (+1,6%) al top da dodici mesi. In evidenza Eni(+2,5%). Prosegue il recupero di Telecom Italia(+2,4%) nel giorno della conferma di Giuseppe Recchi alla presidenza del gruppo telefonico. Realizzi su Moncler (-3% dai massimi storici) dopo la buona trimestrale. L’Euro/dollaro si è portato a un passo da quota 1,10 attestandosi a 1,0991. A mercati chiusi, è arrivato il giudizio di Standard&Poor’s sull’Italia:confermato il rating BBB- con outlook stabile. Intanto negli Stati Uniti resta piatto l’indice Dow Jones, frenato dal tonfo di Ibm innescato dall’uscita di Warren Buffet dal titolo. Sulla parità gli altri indici.
Usa, +211mila posti lavoro aprile, disoccupazione ai minimi da 2007
In aprile le aziende americane hanno creato molti più posti di lavoro del previsto, mentre il tasso di disoccupazione è calato ai minimi da maggio 2007. Negli Stati Uniti sono stati creati 211.000 posti di lavoro, mentre gli analisti attendevano un aumento di 188.000 unità. Come riferito dal dipartimento al Lavoro, il tasso di disoccupazione è calato dal 4,5 al 4,4%, mentre le previsioni erano per un aumento al 4,6%. I numeri di marzo sono stati rivisti al ribasso da 98.000 a 79.000 posti di lavoro creati.
Milano la migliore con le banche sotto i riflettori
La giornata da protagonista del comparto bancario a Milano (+2% il Ftse Italia Banche sempre ai massimi da aprile 2016) è stata completata dal +2,8% di Ubi Banca e dal +2,1% di Banco Bpm mentre si prepara una ottava con molti gruppi del credito chiamati ad approvare i conti trimestrali. In luce anche Italgas (+2%) nel giorno della presentazione dei conti, chiusi con un utile di 72 milioni su ricavi per 281 milioni nel trimestre. Oggi e’ anche emerso che Norges Bank risulta titolare del 3% del capitale dell’utility. Per il resto si sono distinti sul Ftse Mib, i titoli del risparmio gestito (+1,9% Finecobank e +1,7% Banca Mediolanum) mentre Mediasetha rallentato nel finale (+0,7%) dopo una giornata in netto recupero che aveva spinto il titolo fino a +3%: secondo Le Monde, Vivendi – chiamata ad ottemperare le disposizioni Agcom sulla concentrazione in Tim e Mediaset – potrebbe congelare i propri diritti di voto superiori al 10% non procedendo quindi per il momento a una cessione delle quote. Riscatto per i titoli “petroliferi” comeTenaris (+1,5%) eSaipem (+1,5%). Fuori dal Ftse Mib da segnalare il calo dell’1,5% di Ima fiaccata in parte dal collocamento di azioni che erano in capo alla Popolare di Vicenza.
Intesa supera stime in I trimestre, conferma 3,4mld di dividendi su 2017
Intesa Sanpaolo Sanpaolo ha chiuso il primo trimestre 2017 con un utile netto di 901 milioni, in crescita dell’11,8% rispetto allo stesso periodo del 2016, ed è stata la protagonista della giornata tra le blue chip milanesi. Il risultato è superiore alle attese degli analisti (il consensus era a 780 milioni), nonchè «alla quota trimestrale di 3,4 miliardi di dividendi cash previsti per il 2017». I proventi operativi netti sono aumentati dello 0,8% a 4,2 miliardi, con interessi netti a 1,8 miliardi (-2,7%) e commissioni a 1,86 miliardi (+10%). Sostanzialmente stabili a 2,055 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income sceso al 48,8%. Sul fronte patrimoniale, il Cet1 è al 12,9% tenendo conto dei dividendi maturati. Per quanto riguarda l’esercizio in corso, l’istituto prevede «un aumento del risultato della gestione operativa, conseguente alla crescita dei ricavi e al continuo cost management, e del risultato lordo, con una riduzione del costo del rischio». Confermata anche la distribuzione di un dividendo da 3,4 miliardi sul 2017 (10 miliardi complessivi nel quadriennio 2014-2017).
Spread Italia chiude a 175 punti base, in calo anche la Francia
In area Euro spread dei periferici in marcato calo, grazie non soltanto al rialzo dei tassi tedeschi, ma anche al calo di quelli periferici, in modo particolare nel caso italiano con il differenziale sceso sotto i 180 punti (segui qui l’andamento dello spread BTp/Bund) e attestato in chiusura a 175 punti base. In calo, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services, anche lo spread francese, in questo caso però con tasso decennale del paese d’Oltralpe in rialzo. Sul fronte macro, oltre le attese gli indici Pmi dell’area del mese di aprile, in modo particolare per l’Italia. Negli Usa, tassi in rialzo, malgrado il contestuale calo delle aspettative di inflazione, complice la fase negativa del petrolio. In questo contesto, è passata alla Camera la riforma dell’Obamacare, sebbene con un margine risicato ed il voto contrario di 20 esponenti repubblicani. La parola passa ora al Senato.
Euro pronta a testare 1,10 dollari, sterlina sale dopo amministrative Uk
Ha accelerato il passo il cambio euro/dollaro ormai al test di quota 1,10 dollari dopo il dato sulla disoccupazione Usa (segui qui l’andamento dell’euro contro le principali monete e qui quello del dollaro). La divisa unica ha toccato un top a 1,0999 dollari. Ieri l’euro era tornato sopra 1,09 beneficiando del continuo flusso di dati macro positivi e di uno spread sui tassi governativi Usa-Germania che rimane sotto i 200 punti base. Ancora in rafforzamento la sterlina dopo le elezioni amministrative nel Regno Unito che sembrano rafforzare la leadership dei Conservatori in vista delle politiche di inizio giugno:il cambio sterlina/dollaro segna 1,2958.
Il petrolio al rimbalzo dopo debacle vigilia e “flash crash” notturno
All’indomani di uno scivolone del 4,8%, il petrolio al Nymex rimbalza e torna sopra i 46 dollari al barile. Il contratto a giugno sale dell’1,3% a 46,08 dollari dopo essere stato protagonista nell’alba italiana di un ‘flash crash’. Quando erano le 5.17 il Wti viaggiava a 45,36 dollari, 15 minuti dopo era a 43,76 dollari, minimi del 15 novembre scorso. Poi è ricominciata una ripresa sopra i 44 dollari e intorno alle 10 italiane oltre i 45 dollari. Secondo gli analisti, il tonfo del barile di questa settimana è dovuto alla rottura di livelli tecnici che hanno forzato i trader a liquidare le loro posizioni. Secondo loro è stato il trading computerizzato e lo scatto di margin call a spiegare il forte calo visto all’alba italiana. Rispetto a una settimana fa le quotazioni sono in ribasso di circa il 7% e praticamente e’ andato in fumo il guadagno messo a segno dal 30 novembre scorso, quando l’Opec raggiunse un accordo storico per il primo taglio in otto anni della produzione petrolifera alla quale si sono unite anche nazioni come la Russia che non
fanno parte del cartello. L’Opec si riunirà il 25 maggio prossimo a Vienna per decidere se estendere o meno l’intesa entrata in vigore a inizio 2017 per sei mesi. Il mercato teme che questi sforzi non bastino per controbilanciare la ripresa
dello shale oil Usa in un momento in cui le scorte mondiali restano elevate. Anche per questo si scommette su un’estensione dell’accordo.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)