Le solite note

Mattia Feltri

Brillantissima idea del ministro della Cultura, Dario Franceschini. Saputo della laurea ad honorem conferita ieri dall’Università di Parma a Patti Smith, ha osservato: «I testi dei grandi cantautori italiani andrebbero insegnati a scuola, sono opere d’arte». La politica si è subito mobilitata.

 Renzi ha indicato cantanti rappresentativi delle varie anime del Pd: Guccini, De Gregori, Renato Zero, Fra’ Cionfoli e Berto Bertoni, giovane emergente dei pianobar di Rignano. I dalemiani puntano sulla modernità di Jimmy Fontana anche se Bersani preferirebbe Raoul Casadei. La Lega va dritta su Davide Van De Sfroos. Angelino Alfano sugli 883 ma solo per la curiosa coincidenza che 883 sono gli incarichi ministeriali ricoperti negli ultimi dieci anni. F.lli d’Italia sta con Battisti e quando gli hanno fatto notare che non è un cantautore hanno vibratamente protestato contro l’egemonia culturale comunista.

 

Grane nel M5S perché le cantautorarie online avevano incoronato Mimì Di Maio, cugina di Luigi, molto attiva nel Sannio, ma Grillo ha mandato tutto all’aria e ha scelto De Andrè. Sinistra italiana preme per gli Scintilla Rossa, gruppo noto per il pezzo Onore agli eroi di Odessa.

 

Per la par condicio, Ignazio La Russa pretende spazio per i Gesta Bellica (imperdibile il brano Ius Primae Lineae). Davvero sorprendente l’opzione di Forza Italia, che ha sparigliato e ritiene imprescindibile per le giovani generazioni l’opera del sommo duo Berlusconi-Apicella. Speriamo si mettano d’accordo, sennò tocca tornare a Montale.

LA STAMPA

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