Maratona da record a Monza, a 24 secondi dalla storia
A quattro chilometri dalla storia il percorso di Monza è tornato un autodromo, la gara si è trasformato in esperimento, il sorriso ha ceduto alla smorfia e la fatica ha devastato la magia: Eliud Kipchoge ha corso 42 chilometri assurdi, oltre i propri limiti, oltre ogni tempo considerato umano e ben al di sotto del record del mondo ma non è riuscito a chiudere una maratona in meno di due ore. Per pochissimo: 2 ore 00 e 24 secondi. Anche se ci è andato più vicino di quanto si potesse immaginare, la barriera resta lì così pure come le tante domande su questo test forzato e gli applausi per un atleta che ha accettato di essere cavia e dato prova di capacità fuori dal comune. Ora questa corsa sarà vivisezionata.
Il record non c’è e nemmeno il primato perché l’operazione griffata Nike non può essere omologata: non era una gara ufficiale, i rifornimenti arrivavano in moto, le lepri erano un esercito, non c’erano avversari e le scarpe, che secondo lo sponsor migliorano le prestazioni del 4 per cento, sono ancora oggetto di studio. Non si sa quanto vantaggio diano e fino a che punto questo extra sia lecito. Messe in fila queste variabili il tentativo resta spettacolare e il risultato stupefacente. Solo che è come per le scarpe, non si sa come prenderlo eppure sarà difficile ignorarlo.
I protagonisti di questo folle e affascinante test erano tre ma due, Lelisa Desisa e Zersanay Tadese, si sono persi per strada, troppo dura. Kipchoge, un keniano di 32 anni, campione olimpico e vincitore della maratona di Londra nel 2016, con personali notevoli, ci ha creduto fino alla fine e si è spremuto al massimo. Ha rispettato le tabelle al chilometro, ha corso la prima metà della gara sotto l’ora, è rimasto in linea con le proiezioni fino a 2 giri dal traguardo poi ha iniziato a perdere contatto con gli uomini che dettavano il ritmo, ha continuato a spingere, ha provato a crederci e ha retto a una velocità sopra ogni media anche quando ha capito che l’impossibile non avrebbe cambiato dimensione: la prova restava non fattibile: “La prossima volta sapremo come muoverci”. Un discreto coraggio esibito all’arrivo, quando non riusciva più a stare in piedi.
Kipchoge ha voluto sfidare il cronometro e cambiare comunque i parametri: un uomo è andato a 24 secondi da un limite che per molti esperti era distante sei anni. È un tempo costruito e anche un tempo incredibile, in tutti i sensi, e sarà difficile averlo tra le statistiche ombra per chi correrà le prossime maratone. Quelle vere.
Il record del mondo resta di Kimetto: 2 ore 2 minuti e 57 secondi, cronometro della maratona di Berlino del 2014. Monza non ha cambiato la storia vedremo se ha cambiato la corsa.
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