La Francia al voto sceglie il suo presidente con l’ombra degli hacker sulla sfida Macron – Le Pen
Sono 44 milioni e 600 mila i cittadini francesi chiamati a scegliere il loro nuovo presidente tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. I 65.000 seggi sono aperti dalle 8 sino alle 18 di oggi (un’ora dopo nelle grandi città). Gli ultimi sondaggi davano il candidato centrista con il 62% a fronte di un 38% che raccoglierebbe la leader del Front National.
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Il sabato del tradizionale silenzio è stato rotto dall’eco della denuncia di un cyber-attacco «massiccio e coordinato» contro la squadra del candidato centrista Macron.
Il candidato del movimento “En Marche!” ha però tremato per un attacco hacker che ha denunciato come mirato a «destabilizzare la democrazia, con le modalità viste durante l’ultima campagna presidenziale negli Usa». Un’allusione che sembra puntare il dito contro la Russia (apparentemente schierata con la Le Pen), dopo gli attacchi informatici che avrebbero favorito Donald Trump. Il presidente francese uscente, Francois Hollande, ha promesso che i responsabili saranno individuati e puniti. «Sapevamo che ci potessero essere rischi di questo genere durante la campagna presidenziale perché era già avvenuto (allusione alle presidenziali Usa, ndr), ma non consentiremo che quanto è accaduto resti impunito».
In rete sono finiti migliaia di mail, documenti contabili e altri file rubati nelle scorse settimane da account pubblici e privati di dirigenti del movimento e volutamente mischiati con false informazioni, per un totale di nove gigabyte di dati. L’utente che ha diffuso i file si è firmato EmLeaks e ha usato un link di WikiLeaks che si è però immediatamente detta estranea all’operazione.
Il #Macronleaks potrebbe essere partito dagli Usa: i media britannici hanno rivelato che dietro i primi tentativi di diffusione sui social network potrebbe esserci un gruppo di estrema destra americano molto attivo su Internet.
Il Front National ha denunciato i lati oscuri di Macron che sembrano emergere dalle mail: «I ##macronleaks insegneranno cose deliberatamente uccise dal giornalismo investigativo?», ha chiesto con un tweet il vicepresidente, Florian Philippot.
La commissione nazionale di controllo della campagna presidenziale ha diffidato i media dal «dar conto dei contenuti» dei file pubblicati dagli hacker, ricordando che «la diffusione di false informazioni è passibile di essere perseguita a norma di legge».
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