La strategia del “voto grigio”: la Francia in mano agli indecisi
Clima tutt’altro che disteso tra elettorati eterogenei, divisi tra astensione o votare candidati che non convincono al 100%.
Per la prima volta, la Francia vede farsi largo la strategia del «voto grigio», ovvero come bloccare Le Pen senza sostenere Macron. Tra astensione e scheda bianca o nulla (15%), spuntano altri modi di dire «no» al Front National.
Petizioni e inviti a recarsi al seggio solo dopo le 17, facendo montare l’astensione a livelli record nelle prime due rilevazioni (quelle delle 12 e delle 17). Vero è che l’ultimo sondaggio Ifop attribuisce al candidato di En Marche! il 61%, dopo aver vinto col 24% al primo turno. Ma certi elettori andranno a votare per lui a malincuore, usando tattiche diverse per fargli sapere che non sarà affatto un voto di adesione al suo progetto. È la Francia del «Ni-ni» che probabilmente deciderà le sorti dell’Eliseo.
Lo scrittore Dalibor Frioux su Libération invita gli elettori socialisti di Hamon e delle diverse sinistre di Mélenchon, Poutou e Artaud a dare un voto «in prestito» a Macron, solo per «fare barriera al Front National». Poi «ce lo riprenderemo per imporre una coabitazione con una sinistra riunita che vi inizierà spiega lo scrittore rivolgendosi a Macron alla politica francese e alle difficoltà della vita». La sua petizione, «in espressione della più sincera opposizione al progetto Macron», ha raccolto quasi 1.500 firme, per «non fargli credere di essere il presidente di tutti i francesi né per dargli mandato di applicare il suo programma».
L’ottavo presidente della V Repubblica potrebbe dunque essere eletto in condizioni inedite. Vincitore sì, se Macron dovesse farcela. Ma con una legittimità quasi dimezzata anche dalla già prevista astensione record (sopra il 30%). Ancor prima di confrontarsi col voto di giugno, dove il suo movimento potrebbe non ottenere la maggioranza parlamentare utile a governare e quel «voto grigio» evocato da Frioux potrebbe non averlo più.
Un altro modo per mostrare insoddisfazione è quello di Open Francia, organizzazione gestita da uno dei promotori della petizione contro la legge sul lavoro. Propongono di inviare una mail al candidato prima di averlo votato, con l’obiettivo di ricordargli che «il nostro voto non è di adesione, visto che abbiamo altre priorità rispetto alle sue per costruire una Francia giusta e democratica». Quasi 12mila mail già inviate dagli aderenti a questa «alternativa all’astensione» che potrebbe avvantaggiare Le Pen.
Se Marine è uscita sconfitta dal faccia a faccia televisivo, Macron non sembra riuscito ancora a convincere i francesi indecisi, né molti elettori per esempio dell’ultrasinistra di Jean-Luc Mélenchon, o gollisti. Il passaggio dal voto «utile» del primo turno a quello di «condivisione» del suo progetto pare fallito.
Intanto dal Front National si parla già di presunte irregolarità in 7 dipartimenti, dove sarebbero state riscontrate «gravi infrazioni al codice elettorale». I dépliant della candidata nazionalista inviati agli elettori, operazione prevista e tutelata dalla legge, sarebbero stati fatti sparire. Gettati al macero. Altre accuse provengono da grandi città non guidate dal Front. Come Montpellier, dove i lepenisti parlano di dipendenti pubblici impegnati a inviare messaggi agli abitanti per influenzare il voto a favore del leader di En Marche!.
IL GIORNALE