La guerra dei rifiuti
La sindaca Virginia Raggi attaccala Regione denunciando che dal 2012 non ha ancora adottato un piano rifiuti
La guerra della monnezza è un assaggio di campagna elettorale. Grillini contro formiche. Sì, avete letto bene: il secondo animale sarà il simbolo stampato sulle t-shirt gialle che indosseranno i leader dem, da Matteo Renzi a Matteo Orfini fino ai dirigenti locali, domenica, quando scenderanno in strada a Roma con scope e sacchetti: «Puliremo noi la città» promette l’ex premier. Un gesto dimostrativo ad alto tasso mediatico annunciato da Renzi dal palco dell’assemblea Pd. Un’operazione in stile 5 Stelle che dà l’idea di come il segretario rieletto vuole condurre la sfida a Beppe Grillo e a Luigi Di Maio. Renzi parla di «incapacità del Comune» nella gestione die rifiuti, Beppe Grillo gli risponde rievocando le colpe e le complicità del Pd con Mafia Capitale.
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Roma è una cartolina sfregiata da cumuli di rifiuti lasciati per le vie del centro e della periferia, una metropoli che boccheggia tra gli olezzi resi insostenibili dalle temperature più elevate. La situazione ha raggiunto livelli di emergenza piena. Difficile controbattere all’eloquenza delle foto ma il M5S ci prova lo stesso. Con ben quattro post sul blog di Grillo, il primo di suo pugno contro il Pd, il secondo che parla di «piano 5 Stelle sui rifiuti di Roma rivoluzionario», il terzo firmato dall’assessora Pinuccia Montanari che addirittura si intitola «nessuna emergenza rifiuti» e il quarto firmato dalla sindaca Raggi che ha così chiaro il peso politico di questo scontro da aver scelto il più istituzionale palcoscenico su cui difendersi, in Rai, a Porta a Porta.
Il duello che si trascina da giorni nasce dalle reciproche accuse tra Regione Lazio, guidata dal Pd, e Campidoglio, tormentato regno dei 5 Stelle. «Raggi e il Comune di Roma non hanno voluto l’autorizzazione all’eco distretto di Rocca Cencia, un sito destinato allo smaltimento di rifiuti organici, quando la Regione Lazio stava per autorizzarlo, al grido: “Non servono impianti”» attacca l’assessore ai Rifiuti del Lazio Mauro Buschini che aggiunge: «Roma ha bisogno di impianti: dicano dove e li autorizziamo». Il governatore Luca Zingaretti e la sua giunta non hanno digerito la scaricabarile di Raggi che su Twitter lunedì aveva scritto che «sui rifiuti il Lazio è sottodimensionato e l’impiantistica è competenza della Regione». «Una fake news» replica Zingaretti che fa partire una campagna lampo sul web per smontare le tesi grilline: «La Regione ha competenza solo sulle autorizzazioni, verifica cioè se il posto è giusto, ma non ha voce sulla costruzione di nuovi impianti. Il Comune non ha mai fatto nessuna proposta per i nuovi impianti a Roma» e la Regione, «per evitare l’emergenza, ha autorizzato Roma a smaltire i suoi rifiuti in tutti gli impianti del Lazio, in Abruzzo e in Austria». Anche se, fanno sapere dalla Regione, dall’Austria starebbe sorgendo qualche problema tecnico.
Raggi però non ci sta e fornisce un’altra versione dei fatti su numero di impianti insufficienti e scarsa capienza, le due ragioni principali della crisi. Lo fa dopo aver assicurato che la situazione tornerà alla normalità «entro il fine settimana» grazie all’apertura h24 degli impianti Ama. «Dal 2012 la Regione non ha ancora adottato un nuovo Piano Rifiuti Regionale. Noi i rifiuti li raccogliamo ma non ci permettono di portarli via dalle strade». La sindaca ribadisce il no a Rocca Cencia e svela l’esistenza di tre siti per l’umido «che abbiamo individuato» e «che la Regione conosce». Non indica i luoghi, però, e preferisce ribattere a Renzi: «Dov’era quando il suo partito ha chiuso Malagrotta di un certo Manlio Cerroni senza proporre un’alternativa». Il sogno dei 5 Stelle è rifiuti zero e differenziata al 70%, spiega l’assessora Montanari che accusa il Pd di manovrare «uno spot elettorale» per «realizzare una nuova discarica e un inceneritore».
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