La rete di trafficanti somali in Italia. Avevano contatti coi jihadisti dell’Isis
Dietro ai passaggi dei clandestini lungo l’Italia, c’è una fitta rete di scafisti di terra.
Sono tutti somali e si preoccupano di prelevare gli immigrati appena sbarcati sulle nostre coste, ne fanno perdere le tracce e li trasferiscono nei Paesi del Nord Europa. Tutto grazie l’ḥawāla, un sistema informale di trasferimento di valori basato sulle prestazioni e sull’onore di una vasta rete di mediatori. Un traffico che ha favorito anche pericolosi jihadisti legati allo Stato islamico. Nell’inchiesta è finito anche un impiegato del Comune di Bari, che si sarebbe lasciato corrompere per dichiarare inesistenti residenze di immigrati somali nel capoluogo pugliese.
Una maxi operazione ribattezzata “Hawala.net” che va da Bari a Catania, passando pure per Salerno e Malta (guarda il video). È stata così portata alla luce la rete di trafficanti somali ritenuti che, in associazione per delinquere, lavoravano per far restare gli immigrati in Italia illegalmente e li trasferivano successivamente in Paesi del Nord Europa. Sono accusati di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a scopo di lucro, uso di documentazione falsa, corruzione di incaricato di pubblico servizio e falso ideologico in atto pubblico”. Le indagini, dirette dalla Dda della procura di Bari e condotte dai poliziotti della Squadra mobile di Bari, con il coordinamento del Servizio centrale operativo della polizia di Stato e della Digos di Bari, hanno accertato come i somali usassero i money trasfer illegali, tramite l'”hawala informatica”, per far entrare in Italia i clandestini.
Tale sistema, che prevede rimesse di denaro e compensazioni tra varie agenzie in Italia e all’estero basate sulla fiducia negli intermediari e su schemi informali, veniva usato dai trafficanti per incanalare le somme che gli venivano inviate dalle famiglie degli immigrati somali per fartsi pagare i viaggi verso il nord Europa.
Le indagini hanno documentato anche contatti telefonici diretti tra uno dei membri dell’organizzazione con un somalo, già sottoposto a fermo in Italia nel luglio 2016 per aver favorito l’ingresso in Italia, passando per Malta, di due foreign fighter dello Stato islamico.
IL GIORNALE