Borse in rosso con Wall Street. Milano zavorrata da Generali
–di Eleonora Micheli
Chiusura debole per le Borse europee (segui qui i principali indici), frenate dai realizzi, nonostante le indicazioni incoraggiante contenute nel Bollettino economico della Banca centrale europea. La Commissione Ue ha rivisto al rialzo le stime di crescita del Pil nella zona euro all’1,7% per quest’anno (dal precedente +1,6%) e ha inoltre confermato quelle per il 2018 all’1,8%. La Commissione ha confermato anche le stime di crescita per il nostro Paese allo 0,9% quest’anno e all’1,1% l’anno prossimo e ha rivisto al rialzo la stima sul rapporto tra deficit e pil al 2,2% quest’anno (a febbraio era dato a 2,4%), e a 2,3% nel 2018 (era al 2,6%), sull’onda della manovra correttiva per 3,4 miliardi di euro del Governo Gentiloni.
L’Italia, tuttavia, rimane il fanalino di coda del Vecchio Continente, risentendo anche dell’impatto per «l’incertezza politica e il lento aggiustamento nel settore bancario». Milano ha chiuso in ribasso dello 0,33%.
Londra ha chiuso invariata nonostante la Banca d’Inghilterra abbia limato le stime di crescita dell’economia inglese nel 2017 (dal 2% all’1,9%) e segnalato una inflazione in accelerazione. Ha fatto peggio Madrid (-1,57%), sul contraccolpo delle vendite su Telefonica (-4%) e Dia (-4,3%), entrambe penalizzate dopo i conti.
Svetta Unicredit dopo l’annuncio del balzo dell’utile
I principali titoli quotato a Piazza Affari si sono mossi in base ai numeri trimestrali. Sono state ben comprate le Unicredit (+3,67%), salite ai massimi da un anno dopo che l’istituto ha vantato un utile quasi raddoppiato nei primi tre mesi dell’anno. In particolare la banca di Piazza Gae Aulenti ha vantato la performance migliore del paniere principale, spinta dalla trimestrale superiore alle attese e giudicata positivamente dai principali broker. L’istituto ha chiuso il periodo gennaio-marzo 2017 con un utile netto di 907 milioni, più che raddoppiato rispetto ai 406 milioni dello stesso periodo del 2016 e molto superiore ai 612 milioni previsti dal consensus degli analisti. Tra l’altro dopo la ricapitalizzazione, la posizione di capitale del gruppo è superiore rispetto a quanto pronosticato con un Cet1 fully-loaded dell’11,45%.
I conti i calo penalizzano Generali, premiata Mediobanca
Per contro il risultato netto in calo delle Generali (-2,94%) ha incoraggiato gli ordini in vendita sui titoli del Leone di Trieste. L’assicurazione ha archiviato il primo trimestre con un utile netto di 535 milioni, in calo del 9%. Il risultato netto è stato peggiore delle attese, risentendo anche dell’esposizione verso Alitalia.
le azioni di Mediobanca (+1,27%), che hanno così festeggiato i numeri diffusi la vigilia a Borsa chiusa e relativi ai primi nove mesi dell’esercizio 2016-2017. Per contro Mediobancaè stata premiata con un progresso dell’1,27% sull’onda della diffusione dei conti dei primi nove mesi, migliorati oltre le attese del mercato. L’istituto guidato da Alberto Nagel ha registrato un utile netto di 614 milioni di euro nei nove mesi chiusi il 30 marzo 2017, in crescita del 38,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi, salendo del 9% a 1,6 miliardi di euro, sono stati i più alti di sempre. Subito sono arrivati numerosi commenti positivi da parte degli analisti. Equita, ad esempio, guardando ai conti del terzo trimestre «decisamente migliore delle attese», ha confermato il giudizio ‘Buy’ con target di prezzo di 9,90 euro. Positivo anche il giudizio di Citi che ha messo l’accento sui risultati in crescita. Morgan Stanley ha confermato la raccomandazione ‘overweight’ sul titolo.
Continua a perdere quota Bper e va giù con Unipol
Banca Pop Emila Romagna (-1,6%) ha continuato a pagare dazio alla trimestrale deludente e così è passata in secondo piano la notizia che Unipol (-2,7%) ha confermato l’indiscrezione dei giorni scorsi di aver acquistato azioni, salendo al 9,9% del capitale. L?istituto ha accusato un ribasso dell’utile netto del 48,2% a 17,3 milioni. Oggi hanno pubblicati i conti anche Unipol eUnipolsai, con quest’ultima che Iha perso l’1,88%, a dispetto del fatto che utile netto consolidato, pari a 157 milioni di euro, isia cresciuto del 4% rispetto ai 151 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente. Ed ancora, Ubi Bancaha registrato un calo del 2,6%, dopo avere annunciato di avere archiviato il primo trimestre con un utile netto di 67 milioni, in aumento del 59,4% rispetto allo stesso periodo del 2016.
Mediaset ingrana la retromarcia, giù anche Telecom
Sono scattate le prese di beneficio su Mediaset (-2,4%), dopo la buona performance della vigilia innescata dall’annuncio del ritorno all’utile nel primo trimestre. Sullo sfondo rimane l’incertezza per le mosse di Vivendi, che alla fine potrebbe decidere di dismettere la propria quota del 30% circa nella società del Biscione, in modo da ottemperare alla Legge Gasparri che vieta una concentrazione nel settore delle tlc e dei media. Fondamentale sarà la posizione dell’Antitrust europeo nei confronti del controllo de facto che il gruppo transalpino ha assunto in Telecom Italia(-0,68%), dopo aver nominato la maggioranza dei 15 membri del cda.
Effetto conti e stime su Prysmian
Prysmian ha perso mezzo punto percentuale, sulla scia della trimestrale chiusa con un utile netto stabile a 37 milioni. In più i vertici dell’azienda hanno indicato previsioni per fine anno giudicate deludenti dagli analisti: la società di cavi ha annunciato che per l’intero 2017 prevede un ebitda rettificato tra 710 e 750 milioni, in aumento rispetto ai 711 milioni registrati nel 2016. Numeri che gli analisti di Morgan Stanley e quelli di Jp Morgan hanno definito conservativi. Ed ancora, dopo la trimestrale, chiusa con un utile netto consolidato pari a 351 milioni di euro, in calo del 4,4%, hanno perso quota le Poste Italiane (-1%).
Yoox Net-a-Porter paga l’annuncio del lancio di Sevre 24 da parte di Lvmh
Sono andate male leYoox Net-A-Porter Group(-3%), risentendo della pressione della concorrenza all’indomani dell’annuncio che il colosso del lusso Lvmh, salito a Parigi dello 0,4%, a giugno lancerà una piattaforma per vendere online prodotti di lusso, dal nome 24Sevre.
Banca Mediolanum sostenuta dai Pir
Sono timidamente salite le Banca Mediolanum, nel giorno in cui il presidente dell’istituto, Ennio Doris, ha dichiarato che prevede di raccogliere entro fine anno 3 miliardi attraverso i Pir. La cifra è superiore alla stima di qualche giorno fa di circa 2 miliardi.
Aeffe e Geox volano dopo numeri su vendite trimestrali
Fuori dal paniere principale, sono volate del 13,7% le Geox e del 10,3% le Aeffe, sull’effetto pubblicazioni numeri sulle vendite di inizio anno, salite per la prima dell’1,1,2% a 297,9 milioni di euro e per Aeffe del 4,4% a 79,6 milioni di euro. Interpump ha registrato un rialzo del 3,4% dopo l’annuncio di un aumento dell’utile netto del 48,8% a 32,5 milioni di euro nel primo trimestre 2017.
Commissione Ue alza stime crescita 2017 all’1,7%
La Commissione europea ha rivisto al rialzo le stime di crescita del pil nella zona euro a 1,7% quest’anno (a febbraio aveva stimato 1,6%) e confermato quelle per il 2018 all’1,8%. Il tasso di inflazione sara’ dell’1,6%, rispetto all’1,7% stimato in precedenza, per quest’anno e dell’1,3%, contro l’1,4% previsto a febbraio. Nella Ue la crescita quest’anno sara’ dell’1,9% e cosi’ anche nel 2018 (1,8% e 1,8% le stime precedenti). L’inflazione nella Ue sara’ dell’1,8% e dell’1,7% rispettivamente, invariata rispetto alle stime precedenti.
Bce: ripresa si consolida ma inflazione resta moderata
L’espansione economica nell’area dell’euro, trainata dalla domanda interna, “si sta consolidando e ampliando”. Lo scrive la Bce nel Bollettino economico, aggiungendo che “gli indicatori economici piu’ recenti, sia di natura quantitativa sia i risultati delle indagini, continuano ad aumentare e indicano una crescita costante nel primo semestre del 2017, a un tasso approssimativamente analogo a quello osservato nel quarto trimestre dell’anno scorso” e cioè lo 0,5% su base annua. In tema di inflazione il documento sottolinea che l’aumento dei prezzi nell’area dell’euro resta « su livelli contenuti» e dovrebbe mostrare «solo gradualmente una tendenza ascendente nel medio periodo, sostenute dalle misure di politica monetario, dall’atteso procedere della ripresa economica e dalla corrispondente progressiva riduzione della capacita’ produttiva inutilizzata».
Negli Usa calano richieste disoccupazione, corrono prezzi produzione
Buone notizie dagli Usa. Nei sette giorni conclusi il 6 maggio il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso più delle previsioni, mentre il numero complessivo di richieste è calato al minimo da novembre 1988. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono scese di 2.000 unità a 236.000, contro le 238.000 della settimana precedente . I prezzi alla produzione, però, sono cresciuti in aprile più delle previsioni, segno di un aumento delle pressioni inflazionistiche. Come reso noto dal dipartimento del Lavoro americano, il dato è aumentato dello 0,5%, mentre gli analisti attendevano un rialzo dello 0,2%. In marzo l’indice era calato dello 0,1% (invariato rispetto alla prima stima). Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il dato è salito del 2,5%, l’aumento maggiore da febbraio 2012. La componente “core” – quella depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici – è aumentata dello 0,4%, mentre le attese erano per un rialzo dello 0,2%. Rispetto ad aprile 2016 la componente è in rialzo dell’1,9%.
Petrolio allunga ancora dopo le scorte Usa
Sul fronte dei cambi, l’euro resta sotto 1,09 sul biglietto verde (segui qui i principali cross) . Il petrolio continua la marcia al rialzo (segui qui Brent e Wti) . Lo spread italiano è salito in area 186 punti.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)