Cabina di regia Pd-governo, Renzi: “Non vogliamo commissariare Gentiloni”

carlo bertini
roma

«Ci vedremo ogni settimana per fare il punto, non diamo l’impressione di voler commissariare Gentiloni». Nel salone con soffitti a cassettoni al terzo piano del Nazareno, di fronte a Matteo Renzi sono seduti il suo vice Maurizio Martina, Anna Finocchiaro, ministro dei rapporti col Parlamento e Maria Elena Boschi, Luigi Zanda e Ettore Rosato, capigruppo al Senato e alla Camera.

 Il format è inedito, tanto che prima del fischio d’inizio in Parlamento c’è già chi ironizza sul «governo ombra» e chi si chiede se anche la Boschi andrà alla riunione. E il leader Pd dunque mette subito le cose in chiaro con i presenti. «Ragazzi evitiamo casini», è la sua esortazione, dopo i problemi sorti negli ultimi giorni su ddl concorrenza, per la questione del telemarketing, e sulla sicurezza per la formulazione della legge sulla legittima difesa. Ma il summit quasi per paradosso va in onda poco prima dell’esplosione di un nuovo caso, quello sui vaccini, che mette di nuovo in difficoltà l’esecutivo. Un pasticcio che dimostra come vi sia bisogno di un tagliando sulla corretta comunicazione delle leggi da varare.

Alla fine, dopo due ore di confronto su provvedimenti vari, come i vitalizi e la riforma del processo penale, chi esce da via Sant’Andrea delle Fratte comunica l’impressione di un Renzi positivo, «ringalluzzito» e determinato a prevenire altri scivoloni e problemi. Salvo poi dover assistere in serata al nuovo incidente, su un tema di grande impatto popolare.

 

La prima riunione della cabina di regia Pd-governo, organismo annunciato dal leader nel giorno della sua re-investitura e che poteva dar adito a polemiche, va in scena infatti all’ora di pranzo. La Boschi arriva trafelata perché la riunione del pre-consiglio a Palazzo Chigi si è protratta a lungo. I grillini usano proprio l’immagine delle riunioni preparatorie dei consigli dei ministri per sparare a zero, «Renzi convoca un pre-cdm privato, è un atto gravissimo», tuona Roberto Fico. Il caso Banca Etruria non viene sfiorato dai presenti, «anche se la presenza di Maria Elena alla riunione da sola dimostra che non c’è alcun imbarazzo», assicurano i renziani.

 

Il segretario vuole sfidare i grillini e preme per far andare in aula il ddl Richetti, che taglia di netto i vitalizi, entro il 23 maggio, quindi l’input al partito e ai capigruppo è chiaro. Sulla legge elettorale fa solo un accenno. «Vedremo come se ne uscirà fuori», si limita a dire. Dopo aver dato via libera all’estremo tentativo di evitare un sistema proporzionale tout court, ben sapendo che mancano i numeri visto che le posizioni di Forza Italia e cinque stelle erano note. Comunque non sarà questo il punto finale di approdo, ma solo un primo passo, è la comune convinzione. Ma l’incontro serve anche a mettere a punto un metodo, perché «dobbiamo stare attenti non solo a come i provvedimenti vengono scritti, ma anche a come vengono comunicati», avverte Renzi.

LA STAMPA

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